Tasse per le aziende: in testa Reggio, a seguire Bologna e Roma

È più delicato il «macigno» fiscale che schiaccia le imprese, in Italia: nel 2015, infatti, il «Total tax rate» (il complesso degli oneri fiscali) ha ingranato la retromarcia, scendendo fino al 60,9%, pari al 3,6% in meno al confronto con il picco raggiunto nel 2012 (64,5%). Ma meglio non lasciarsi prendere da facili entusiasmi, giacché si prevede che, tirando le somme nell’anno in corso, la pressione riprenderà la sua corsa (+0,1%), arrivando così al 61%. È quello che si legge nel Rapporto dell’Osservatorio della Cna (la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), illustrato a Roma (e pubblicato da Italia Oggi), durante il convegno intitolato «Comune che vai, fisco che trovi»; sotto la lente d’ingrandimento dell’organizzazione, per il terzo anno consecutivo, sono finite 124 amministrazioni locali della penisola.
In vetta alla poco felice classifica dei «campanili» in cui le tasse per le aziende sono più alte c’è ancora una volta Reggio Calabria, città con la fiscalità più cospicua della nazione, laddove il «Total tax rate» si è spinto fino al 73,2%, così come Bologna ha mantenuto il suo secondo posto (71,9%); da quarta è divenuta, invece, terza Roma (69,8%), poi Catania, dove il prelievo fiscale intero è giunto al 68,5%, stessa percentuale per Firenze, mentre in sesta posizione si è piazzata Bari, (67,9%).

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