Roma, case popolari al tracollo

Vecchia Ici e Imu non pagate. La tassa sulla prima casa mai versata fin dagli anni Novanta mentre con l’arretrato Imu dal 2012 al 2015 il buco dell’Ater è arrivato a 700 milioni. Il Campidoglio ha così chiesto ed ottenuto da Equitalia sud il pignoramento dei conti correnti dell’Istituto case popolari per un valore di 72 milioni. Il problema è preoccupante perché, se non si trovano soluzioni, saranno a rischio gli stipendi di 470 dipendenti e la manutenzione ordinaria degli immobili popolari, il pagamento dei fornitori compresi quello per la carta che serve per le notifiche degli sfratti. Una situazione allarmante perché l’Ater gestisce 48 mila immobili residenziali, 3 mila immobili commerciali e i rapporti con 140 mila utenti.

Nelle prossime settimane il commissario del Comune di Roma, prefetto Francesco Paolo Tronca, dovrebbe aprire un tavolo con la commissaria per il piano di rientro del debito pregresso della Capitale, Silvia Scozzese, e con il commissario straordinario Ater, il magistrato Giovanni Tamburino, per non abbandonare l’istituto al suo destino fallimentare. A molti osservatori appare però strano che l’Ater non sia mai riuscito a recuperare liquidità per pagare Ici o Imu al Comune di Roma. Molte le domande senza risposta tra cui quella di dove sono finiti i soldi degli affitti mensili e delle vendite degli alloggi.

L’altro aspetto negativo riguarda i controlli sulle morosità e sulle occupazioni abusive. Possibile che non siano sufficienti 470 dipendenti a regolare l’andamento amministrativo? Che fine ha fatto, infine, l’accordo siglato il 7 luglio 2008 tra l’allora presidente della Regione Lazio Pietro Marrazzo, il sindaco Gianni Alemanno e il direttore Ater Carlo Maltese? Ora è iniziata la corsa contro il tempo dopo il pignoramento dei conti ottenuto da Equitalia. Forse per evitare il crac sarà necessario vendere oppure ripensare, anche legislativamente, le modalità di gestione delle case popolari. Più managerialità e meno ingerenze politiche per ripensare il ruolo sociale dell’edilizia pubblica.

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