Roma, per il crollo al Flaminio i tecnici nel mirino della Procura

Intonaco sgretolato e colonne deformate, a un passo dal collasso. I pilastri piegati dal peso del soffitto che sta per sfracellarsi sul pavimento, e le anime in ferro che escono dal cemento. Il reportage dei vigili del fuoco, che immortala gli attimi che precedono il crollo del palazzo al civico 70 del lungotevere Flaminio a Roma — scrive Il Messaggero — è agli atti dell’inchiesta. Per il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e per la pm Antonella Nespola si tratta di un documento fondamentale: è una testimonianza per immagini del disastro avvenuto lo scorso 22 gennaio. I dettagli che emergono dalle foto, uniti alla consulenza appena depositata dai periti nominati dalla Procura, consentiranno agli inquirenti di effettuare nei prossimi giorni le prime iscrizioni sul registro degli indagati. Gli scatti sono stati fatti nell’appartamento del petroliere Giuseppe Rigo De Righi, al quinto piano. La casa era disabitata perché in ristrutturazione: l’inquilino voleva realizzare un open space. Proprio quei lavori, ora, potrebbero finire nel mirino degli inquirenti. Architetti e geometri ingaggiati dal petroliere hanno infatti abbattuto una serie di tramezzi che, pur non essendo muri portanti, avrebbero causato il cedimento del soffitto, già gravato da una moltitudine di vasi e di arbusti accatastati sul terrazzo soprastante, di proprietà dell’architetto Lidia Soprani. Per gli ingegneri Claudio De Angelis e Lucrezia Le Rose, consulenti dei pm, i titolari degli interventi edili potrebbero aver sbagliato la valutazione di stabilità dell’edificio, considerando realizzabili cambiamenti in realtà pericolosi. I tecnici potrebbero infatti non aver tenuto conto della particolare composizione del cemento armato con cui fu realizzato il palazzo nel 1936. Ora, rischiano di essere indagati per crollo colposo. Il fascicolo è ancora contro ignoti — conclude Il Messaggero — ma al vaglio dei magistrati potrebbe finire anche la posizione del proprietario dell’appartamento: gli inquirenti dovranno accertare se effettivamente fosse all’oscuro del progetto e, soprattutto, delle possibili conseguenze.

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