L’ultrasinistra in piazza contro gli sgomberi nella capitale

Il clima è bollente. Le fazioni si organizzano come possono. E dopo gli «avvertimenti» degli ultimi giorni — scrive Il Tempo — la battaglia è pronta a iniziare. Col timore che la guerra di slogan possa trasformarsi in guerriglia urbana. Dopo la manifestazione di sabato 9 in diversi quartieri della città, questo giovedì 14 i movimenti per il diritto alla casa, braccio armato dell’estrema sinistra capitolina, saranno di nuovo in piazza per protestare contro gli sgomberi ordinati dal commissario capitolino Francesco Paolo Tronca e dal prefetto Franco Gabrielli. E stavolta non promettono nulla di buono. «Vogliamo portare almeno 10mila persone, e non sarà un Tronca qualunque a fermarci», grida bellicoso Cristiano Armati ai microfoni dei giornalisti intervenuti al corteo «spontaneo» svoltosi nei pressi di piazza Indipendenza. Poco lontano da lì c’è Palazzo Curtatone, stabile occupato da centinaia di persone per lo più di origine eritrea, tutti presunti rifugiati, una polveriera nel centro di Roma. L’edificio è finito nelle mani dei movimenti per la casa il 12 ottobre 2013 e da quel momento è diventato uno dei simboli della lotta estremista in città. Ovviamente, Palazzo Curtatone è il classico «casus belli». I movimenti sono indispettiti perché il commissario Tronca ha finalmente deciso di usare il pugno duro rispetto allo scandalo Affittopoli, revocando le concessioni e ordinando lo sfratto di centinaia di associazioni senza titolo, molte delle quali in questi anni hanno utilizzato gli immobili di proprietà comunale per altri scopi – a fini di lucro – e con morosità che rasentano il 100%. Alcuni di questi sono centri sociali veri e propri: dall’Esc Atelier di San Lorenzo all’Angelo Mai, da La Torre all’Astra, passando per Luna e Le Altre e Auro e Marco. E siccome negli ultimi 25 anni i movimenti dell’ultrasinistra sono riusciti a piegare alle loro volontà, chi più chi meno, tutti gli inquilini che si sono succeduti in Campidoglio (compresa la Giunta Alemanno), ora non accettano ordini da «un Tronca qualsiasi».

Ma c’è da dire che Tronca non ha rotto le uova nel paniere solo ai movimenti, bensì anche ai partiti. In primis il Partito Democratico, che si è visto già chiudere lo storico circolo di Villa Gordiani ed è in procinto di essere sfrattato dall’ancora più antica sezione di via dei Giubbonari. La deputata del Pd, Ileana Argentin, ha minacciato di incatenarsi se il Comune avesse proceduto allo sfratto dell’Associazione laziale motulesi di Settebagni, mentre l’assessore Dem del Municipio XI, Mimma Alfonzo Miani, si è schierata apertamente contro i provvedimenti notificati alle onlus della Magliana. Tutto questo mentre Nicola Zingaretti e l’assessore regionale Fabio Refrigeri hanno sponsorizzato l’approvazione di una delibera che assegna un terzo dei nuovi alloggi popolari presto a disposizione dell’Ater alle occupazioni abusive sotto la sigla dei movimenti per la casa. L’impressione — conclude Il Tempo — è che Tronca sia da solo a combattere questa battaglia.

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