300mila abitazioni-scheletro nei cantieri fermi

 Gru ferme, cantieri transennati ma vuoti, scheletri di edifici da terminare. In molte città italiane e nella provincia — scrive Il Sole 24 Ore — la crisi immobiliare ha lasciato brutti ricordi visibili. Soprattutto nel settore residenziale, nel quale il buon momento dell’immobiliare prima del 2008 aveva spinto a costruire per poi vedere frenare molte iniziative. Oggi il settore è tornato a registrare compravendite in aumento,secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate, del 6,7% nel terzo quarter 2018. Una ripresa lenta che non permetterà di assorbire quanto si stava costruendo, soprattutto fuori dalle grandi città dove il mercato è fermo e registra ancora prezzi in discesa. Anche Milano stessa non è esente dai casi di insuccesso, ma «il problema è nelle aree esterne alle grandi città, nell’hinterland e nei piccoli centri – dice Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – Operazioni partite negli anni del boom che sono state portate via dal fallimento dei costruttori e di alcune banche. Oggi abbiamo uno stock dai 200mila a 300mila abitazioni in corso di realizzazione che non saranno mai completate. Si tratta di case concentrate sull’area padana e sul versante Emilio-adriatico. Nel momento del boom con i finanziamenti facili si è costruito anche dove non c’era effettivamente domanda. E oggi, che non c’è comunque mercato, i complessi stanno anche invecchiando».

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