Affitti agevolati: quanto pesa la classe energetica

Nei nuovi accordi territoriali per gli affitti agevolati si ricorre a un’ampia gamma di criteri guida per determinare il canone: a influire sono anche l’efficienza energetica dell’immobile ed eventuali, recenti, ristrutturazioni. Finora — scrive Il Sole 24 Ore — sono nove gli accordi sui contratti a canone concordato, sulla locazione temporanea o agli studenti universitari che applicano i criteri del decreto del 16 gennaio scorso del ministero delle Infrastrutture (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 62 del 15 marzo scorso), cui si aggiunge il protocollo integrativo siglato a Reggio Calabria. Anche se la legge 431/1998, sui contratti di locazione delle abitazioni, prevede che l’accordo nazionale sia rinnovato ogni tre anni con l’intesa tra le organizzazioni nazionali dei proprietari di case e degli inquilini, il precedente Dm risaliva al 30 dicembre 2002. Gli accordi relativi alle singole città e aree adattano alle realtà locali i contenuti dell’intesa nazionale, specificando procedure e altri fattori da considerare per determinare i canoni da applicare ad ogni immobile da affittare, fuori dal mercato libero. Per i canoni concordati l’importo è definito in base ai valori dei canoni-base riportati in ogni accordo territoriale e alla presenza di elementi costruttivi che danno la misura del pregio della casa da affittare. A questo occorre poi aggiungere gli eventuali incrementi percentuali se la casa è ammobiliata, se la durata del contratto eccede i tre anni previsti dalla legge 431/1998 o per altri elementi favorevoli agli inquilini stabiliti dai singoli accordi. Oppure il canone può ridursi per compensare qualche caratteristica negativa, come – ed è questa una delle novità di questi anni – una classe energetica particolarmente bassa, che comporta maggiori spese di riscaldamento.

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