Affitto senza contratto: chi rischia

Gli affitti in nero possono rivelarsi pericolosi sia per il padrone di casa che per gli inquilini dell’immobile. Infatti la legge prevede per entrambi diverse conseguenze sia sul piano fiscale che civile. L’affitto senza contratto si ha ogni volta che il padrone di casa omette la registrazione dello stesso entro il termine di 30 giorni dalla stipulazione dell’accordo. Altra ipotesi è che il contratto di affitto venga validamente registrato ma con l’indicazione di un canone inferiore rispetto a quello stabilito dalle parti, ed anche in questa ipotesi la legge prevede l’applicazione di sanzioni fiscali e civili. Se l’affittuario senza contratto espone una denuncia, il locatore rischia di dover pagare: l’Irpef per i canoni non dichiarati, la sanzione amministrativa per infedele dichiarazione dei redditi e le sanzioni per omesso versamento delle imposte di registro (alla quale si applicano gli interessi a partire dalla data di mancata registrazione del contratto). Queste sanzioni possono essere ridotte se il padrone di casa provvede al cosiddetto ‘ravvedimento operoso’, registrando tardivamente il contratto. Per quanto riguarda il piano civilistico, invece, l’affitto senza contratto si considera nullo perciò privo di effetti giuridici. Ne consegue che il locatore non può chiedere al giudice né la procedura di sfratto (se vuole rientrare nell’immobile locato) né il decreto ingiuntivo per ottenere i canoni non pagati. Anche gli affittuari, in quanto complici dell’evasione fiscale, sono soggetti a sanzione: in particolare, la legge prescrive che locatore e inquilini sono responsabili in solido nei confronti del fisco. Quindi gli affittuari possono ricevere la cartella esattoriale che intima il pagamento dell’imposta di registrazione e, se non versano quanto dovuto, rischiano il pignoramento dei propri beni allo stesso modo del padrone di casa.

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