Condizionatori: tasse e bonus 2018 sono bufale ma la spesa è detraibile

Con l’arrivo dei primi caldi si inizia anche a pensare all’acquisto di un condizionatore. E’ vero che esiste un bonus condizionatori 2018? C’è chi lancia facili entusiasmi e chi, al contrario, “mette in guardia”, sulle tasse da pagare sui condizionatori. Cosa c’è di vero in tutta questa confusione? Il sito Investireoggi.it cerca di fare un po’ di chiarezza. Dopo l’installazione ogni quanto è opportuno controllare i filtri del condizionatore? Occorre premettere che l’obbligo di controllo condizionatori riguarda solo i modelli con potenza superiore a 12 kilowatt. Se ne deduce facilmente che sono esclusi i condizionatori per uso domestico: questa potenza è infatti necessaria per rinfrescare grandi spazi (il condizionatore in casa di norma produce 3,5 kw). Si pagano tasse sui condizionatori? Questo ci porta a rispondere negativamente alla domanda di apertura: non ci sono tasse sui condizionatori. Il bollino blu, che si ottiene a seguito di questi controlli periodici sui filtri e il funzionamento, riguarda solo i condizionatori aziendali. Non esiste un bonus condizionatori 2018 in senso stretto. Quando si legge di questa possibilità online, ci si riferisce verosimilmente alla detraibilità dei costi spesi per acquisto e installazione ai fini Irpef nella dichiarazione dei redditi. Così alla scadenza del 730/2018 si possono scaricare i condizionatori comprati nel 2017 (solo però se i pagamenti sono tracciabili. Non solo bonifico ma anche carta di credito purché non contanti). Inoltre — conclude Investireoggi.it —  è bene sapere che, sebbene appunto non esiste uno specifico bonus per i condizionatori, l’acquisto del condizionatore può rientrare, se sussistono le condizioni, nell’ecobonus per gli interventi di efficienza energetica o nel bonus mobili a seguito di ristrutturazione edilizia.

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