E’ legge il codice per gli affitti brevi in Lombardia, Airbnb insorge

E’ legge in regione Lombardia il Codice Identificativo di Riferimento (Cir) per le case vacanze, norma destinata a creare scompiglio nel mondo degli affitti brevi, spesso gestiti attraverso il portale Airbnb. Lo strumento servirà a contrastare “l’abusivismo nel settore”, è il mantra che ha accompagnato la stesura della legge. “L’ufficio complicazione affari semplici non chiude mai e questa volta, complice la campagna elettorale e la fretta di fare qualche regalino last-minute, Regione Lombardia si è davvero superata”, ha attaccato Airbnb in una nota ufficiale. Il regolamento della legge sarà presto pubblico, ma grossomodo l’iter funzionerà così: il codice identificativo sarà fornito al privato che affitta la sua casa o le sue proprietà dal Comune, una volta comunicato “l’avvio di attività”. Il codice, in sostanza, identificherà la propria offerta di affitto con nome, cognome e codice fiscale dell’affittuario; sarà inserito in una banca dati a cui avrà accesso il Comune di Milano e la polizia locale nel caso si rendessero necessari dei controlli. Secondo la relazione alla proposta di legge, la proposta nasce “dall’esigenza di tutelare l’imprenditoria dell’ospitalità lombarda”. Qui, secondo i dati forniti da Federalberghi, ad aprile 2017 in Lombardia erano proposte in affitto oltre 22mila abitazioni sul solo portale AirBnB, ma solo un quarto di queste è regolarmente censito. In Italia, la Sardegna ha fatto qualcosa di simile, introducendo l’Identificativo unico numerico, o Iun, per ogni struttura ricettiva.

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