Fuga dall’Imu: aumentano gli immobili che non producono reddito

Secondo le ultime statistiche dell’Agenzia delle Entrate, dopo l’aumento già registrato nel 2016, lo scorso anno sono cresciuti del 3,2% gli immobili “non idonei a produrre reddito” e quindi non soggetti ad alcuna tassa e dello 0,3% le abitazioni. In particolare — spiega un servizio del Tgcom 24 — tra le abitazioni aumenta il numero dei villini non soggetti all’Imu prima casa (+1%), mentre diminuiscono le abitazioni signorili (-1,6%), le ville (-0,7%), i castelli e i palazzi di pregio (-0,8%), tutti soggetti all’imposta. Sono quasi 75 milioni le unità registrate negli archivi catastali dell’Agenzia delle Entrate, di cui 65 milioni censite nelle categorie catastali ordinarie e speciali, con una rendita attribuita pari a 37,3 miliardi di euro, per la maggior parte (61%) relativa ad immobili di proprietà delle persone fisiche. E’ quanto emerge dalle Statistiche Catastali, la pubblicazione annuale curata dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia, in collaborazione con la Direzione centrale Servizi Catastali, Cartografici e di Pubblicità Immobiliare, disponibile sul sito internet delle Entrate. Nel 2017 lo stock immobiliare italiano è aumentato dello 0,8%, con circa 548mila unità in più del 2016. Gli intestatari sono per circa l’88% persone fisiche. Rispetto all’anno precedente, crescono del 3,2% gli immobili censiti nel gruppo F (unità non idonee a produrre reddito), dell’1,6% gli immobili a destinazione speciale e dello 0,9% quelli a destinazione particolare del gruppo E. In aumento le unità immobiliari ad uso collettivo (+1,2%), quelle censite come negozi e pertinenze all’interno del gruppo C (+1,1%) e le abitazioni (+0.3%), mentre diminuisce il numero di uffici (-0,2%).

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