Fusione Imu-Tasi: il governo accelera

Nel ricco capitolo che il decreto fiscale in arrivo promette di dedicare alle tasse locali — scrive Il Sole 24 Ore — si fa largo anche l’unificazione di Imu e Tasi. Il ritorno della tassa unica sul mattone è uno degli snodi del provvedimento, e può essere affrontato dal governo anche nella chiave anti-evasione che dovrebbe tessere il filo rosso di tutto il decreto. Perché la tassa unica si porterebbe con sé la semplificazione delle aliquote, e quindi la possibilità di far partire davvero il modello pre-compilato da spedire ai contribuenti, promesso fin dal 2011 ma finora impantanato nelle circa 300mila variabili che caratterizzano l’Imu-Tasi. In questo modo dovrebbe essere riassorbita almeno la parte più superficiale del tax gap sull’imposta immobiliare, 5,1 miliardi in tutto secondo il Rapporto sull’evasione fiscale allegato all’ultima Nadef. Oggi la somma di Imu e Tasi può arrivare al 10,6 per mille, tranne che nei Comuni a cui da quattro anni, per un’intricata vicenda contabile dovuta all’esenzione fiscale dell’abitazione principale, è stato consentito di applicare una super-Tasi aggiuntiva fino allo 0,8 per mille. In quei casi, quindi, la doppia tassa sul mattone può chiedere fino all’11,4 per mille. Dove porre allora il tetto della nuova Imu? Su un terreno politicamente ipersensibile — continua il quotidiano economico-finanziario —  come quello delle tasse sulla casa ogni decimale rischia di infiammare polemiche infinite, anche perché l’ipertassazione del mattone avviata dal 2012 non è certo estranea alla lunga crisi dei valori immobiliari che continua a caratterizzare l’Italia mentre il resto d’Europa ha avviato la ripresa già da anni. Per questa ragione l’idea è quella di mantenere il limite dell’imposta unica al 10,6 per mille, per prevenire l’accusa di aumenti di tasse.

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