Il mattone riparte ma il mercato è cambiato (il calo demografico sta trasformando la domanda)

Sul mattone cresce l’ottimismo. Dopo dieci anni di crolli continui — scrive La Stampa — da un po’ di tempo si moltiplicano i segnali di un risveglio dell’immobiliare, e le analisi guardano di nuovo con fiducia al settore. Tuttavia ci sono dei cambiamenti che stanno emergendo e che non sono da sottovalutare. Gli esperti di EY, nel loro recente report «Residential development in Italy. Challenges and opportunities in the market», parlano di presupposti per una nuova fase di sviluppo immobiliare residenziale in Italia. L’analisi, che è riferita agli ultimi 60 anni del comparto in Italia, evidenzia però anche caratteristiche del mercato che sono mutate e che sono diverse rispetto al passato. Occorre guardare al settore con occhi differenti rispetto a un tempo perché il calo demografico, che sta caratterizzando il nostro Paese, ha un peso sul mattone e sta trasformando la domanda di case. In altre parole, si fanno meno figli e le tipologie di immobili che un tempo erano ricercate sul mercato adesso hanno meno appeal. Si tratta di una tendenza da tenere sott’occhio ma che può anche offrire opportunità. Per esempio, dice il report, stanno diventando sempre più importanti alcuni «cluster» di domanda, che faticano a trovare un prodotto in linea con le esigenze. Si tratta dei senior living, delle giovani coppie e dei giovani single. Il numero di compravendite è di nuovo in salita. L’analisi riferisce che nel 2017 il settore residenziale in Italia ha confermato il trend al rialzo per il terzo anno consecutivo. Con una stima di circa 550.000 compravendite di unità residenziali effettuate nell’anno (+5% rispetto al 2016), si è registrato un aumento complessivo del 35% rispetto al periodo post crisi 2013-2014. Valori che si confermano sopra la media nazionale (calcolata a partire dal 1958), seppur molto lontani dal picco di 900.000 transazioni del 2004. E riparte l’attività di sviluppo residenziale, con una inversione di tendenza tra il 2016 e il 2017 del numero di nuove abitazioni in complessi residenziali. Sul fronte delle quotazioni l’Italia rimane però ancora indietro. Negli ultimi dieci anni sono scesi mediamente del 35% e mentre altri Paesi europei, dopo la grande crisi, hanno visto i prezzi di nuovo salire e puntare sulla ripresa da noi i valori sono ancora in sofferenza. Tecnocasa, per quest’anno prevede un lieve aumento delle quotazioni nel settore immobiliare nazionale compreso tra 0 e +2% (e un incremento delle compravendite tra +2% e +4%). Sarebbe la prima volta del segno più dopo molti anni. Altre analisi sono, invece, più prudenti sui valori. Lo studio condotto da EY, mettendo a fattore comune e cercando una chiave di lettura adeguata ai dati di varie fonti tra cui ISTAT, Banca d’Italia e Agenzia delle Entrate — continua La Stampa — evidenzia come il confronto con le serie storiche e le previsioni circa il positivo andamento dell’economia italiana nel breve periodo permettano un certo ottimismo sull’andamento del mercato residenziale in Italia. Tra i fattori interni, l’Italia si conferma ai vertici in Europa per la percentuale di famiglie che abitano in una casa di proprietà, il 77.4%. Di contro, il mercato delle locazioni è tra i più bassi, seppure con un trend in rialzo, determinato da un mix di fattori, tra cui la riduzione della capacità di acquisto del bene immobiliare, le disparità geografiche che comportano processi migratori interni verso le aree del Paese dove si concentrano le opportunità professionali, i cambiamenti dei modelli di consumo che puntano sempre più verso l’utilizzo senza possesso e le dinamiche demografiche in corso.

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