Liti tra vicini? Manca l’empatia

Michelangelo Redaelli è stato assassinato dal suo coinquilino, Mario Zaffarana, con una serie di coltellate alla gola. La vittima lavava la macchina ogni giorno usando l’acqua condominiale e fumava nell’androne dell’edificio per non inquinare casa sua. Le indagini — scrive il Giornale — hanno rivelato che aveva un’ossessione per l’ordine e per la pulizia, al punto di fare la doccia in albergo per non imbrattare il bagno, al punto di dormire sul divano per non disfare il letto. Questi rituali di ordine e pulizia hanno scatenato un’altra ossessione, quella del muratore Mario Zaffarana per le molestie condominiali di Radaelli, e siccome lui, quel condominio, lo aveva costruito con il sudore del suo lavoro forse lo sentiva un po’ suo, al punto di vivere le compulsioni del vicino come provocazioni insopportabili da far cessare a tutti i costi. Il 50% delle procedure civili nelle aule di giustizia riguarda i contenziosi nei condomini. Le liti si scatenano principalmente per i rumori molesti ma anche per i cattivi odori o per l’utilizzo delle parti comuni, per i parcheggi o strumentalmente per semplici antipatie. «I più litigiosi sono i condomini che conoscono le normative e possono permettersi di sostenere le spese legali nel caso di una contesa giudiziaria» racconta l’amministratore di condominio Valerio Zapparata «nei condomini abitati da persone di estrazione medio-alta sono più frequenti le liti che sfociano in denunce mentre nelle periferie prevalgono urla e zuffe». Le liti condominiali — conclude il Giornale — sono aumentate perché sono diminuite la disponibilità e l’empatia tra le persone. Gli omicidi sono compiuti in quelle dimensioni dove è venuto meno il dialogo e dove la mediazione non riesce più a costruire un senso di comune accordo.

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