Mutui a tasso variabile: quanto inciderà sulle famiglie il rialzo dei tassi?

La BCE sta per chiudere i rubinetti della liquidità, anticipando che dal prossimo gennaio cesseranno gli acquisti di asset nell’Eurozona, pari attualmente a 30 miliardi al mese che tra ottobre e dicembre verranno dimezzati a 15 miliardi. Un segnale per i mercati finanziari sul rialzo dei tassi atteso a partire dalla metà del prossimo anno o poco dopo, secondo quanto scrive il sito Investireoggi.it. Tuttavia, i tassi Euribor non hanno subito alcuno scossone, rimanendo ai minimi storici su tutte le scadenze, così come nell’ultimo anno e mezzo. Viceversa, l’Eurirs ha ripiegato dopo l’annuncio di Francoforte, con la scadenza decennale allo 0,94% e quella ventennale all’1,46%, segno che il mercato ha inteso il “tapering” come più graduale delle attese. E si tratta di buone notizie per le famiglie che hanno un mutuo. Coloro che ne hanno acceso uno a tasso fisso non hanno nulla di cui preoccuparsi, quale che sarà la situazione dei tassi nei prossimi anni, mentre coloro che hanno comprato casa indebitandosi a tasso variabile potranno godere verosimilmente di interessi ai minimi record ancora per mesi, con la risalita prevista solo nei prossimi anni e, comunque, graduale. Persino quanti si accingano a farsi un mutuo a tasso fisso possono continuare a beneficiare di offerte allettanti e qualche pensiero potranno riporlo sull’opzione variabile. In totale, il mercato dei mutui in Italia vale 375 miliardi di euro, circa poco più di un quinto del Pil. Di questo, potremmo stimare i prestiti a tasso fisso nell’ordine della metà. A tale proposito, va detto che fino a un paio di anni fa, gli italiani erano soliti accendere mutui a tasso variabile in due casi su tre, contrariamente a quanto avveniva nel resto d’Europa, dove le famiglie si mostravano ben più prudenti e optavano per il tasso fisso. Le cose sono cambiate nel 2016, quando i tassi hanno iniziato a toccare livelli minimi, destando il dubbio che da lì in avanti non sarebbero che potuto risalire. Sappiamo come non sia ancora avvenuto, effetto degli stimoli monetari della BCE più potenti e duraturi delle attese. In ogni caso, da allora oltre due mutui su tre di nuova erogazione in Italia vengono accesi a tasso fisso.

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