Mutuo a tasso fisso o variabile, quale conviene

La scelta tra tasso fisso e tasso variabile per i mutui è tradizionalmente una delle più complesse per chi si prepara ad acquistare una casa; sono tanti gli elementi che devono essere presi in considerazione prima di optare per una modalità di rimborso o per l’altra, ferma restando la possibilità della surroga. Tasso fisso o tasso variabile? È questo il dilemma che si trova ad affrontare chi deve stipulare un mutuo per la casa, ma anche per l’acquisto di un ufficio o di un negozio. Meglio la sicurezza, anche se poi magari i tassi scendono, oppure confidare nelle oscillazione dell’EURIBOR? È difficile trovare una risposta univoca a questa domanda, perché sono molti i fattori che influenzano la scelta, e orientano verso l’una o l’altra possibilità. La situazione economica cambia costantemente e quindi è impossibile assicurare che non ci si pentirà della scelta fatta. Quello che si può fare è invece avere ben presente i rischi (e i vantaggi) in un senso o nell’altro. La differenza fondamentale tra i mutui a tasso fisso e quelli a tasso variabile è che nel primo caso il tasso è agganciato all’EURIRS, ovvero il tasso medio swap registrato nell’Eurozona per la scadenza richiesta; nel secondo, invece, il finanziamento è agganciato all’EURIBOR, che varia con una cadenza in genere oscillante tra 1 e 3 mesi. Con il tasso fisso, quindi, si ha la certezza di avere una rata fissa e costante per tutta la durata del finanziamento; è probabile che alla fine si sia pagato qualcosa di più, ma in compenso non si hanno sorprese ed è più facile calcolare il budget necessario per la rata, in particolare se si hanno stipendi fissi. Al momento, il tasso variabile è invece più conveniente dal punto di vista economico, visto che il tasso d’interesse ora è davvero basso; bisogna però tenere conto della sua volatilità, anche in relazione allo spread che, com’è noto, in Italia negli ultimi mesi ha spesso raggiunto livelli molto alti. In altre parole, il mutuo a tasso variabile è quello in cui probabilmente si finisce con lo spendere di meno ma si rischia anche di più. Naturalmente, è essenziale prima di tutto scegliere un mutuo con uno spread della banca basso fin dall’inizio, confrontando le varie offerte attualmente disponibili sul mercato. Altri fattori che devono essere presi in considerazione per un calcolo corretto riguardano il costo globale del mutuo (che include cioè anche le spese accessorie, di perizia e di istruttoria), attraverso una comparazione basata sul TAEG; in questo modo è possibile evitare di stipulare un mutuo con un tasso d’ingresso molto basso, valido però soltanto per le prime rate del mutuo. Esistono anche i mutui variabili con Cap (un mutuo a tasso variabile ma con un limite massimo oltre il quale il tasso d’interesse non potrà mai salire) e i mutui a tasso misto (che permettono di cambiare il tasso di interesse periodicamente, passando da un variabile a un fisso e viceversa). Attenzione però perché di norma sono soluzioni più care, a volte di molto.

 PROBLEMI DI CONDOMINIO? L’ARPE LI RISOLVE CON SOLI 8 EURO AL MESE. CONSULENZE TECNICHE-LEGALI-FISCALI GRATUITE PER TUTTO L’ANNO

 

 

Articoli Correlati