OLTRE TRE MILIARDI I DANNI PROVOCATI DAL MALTEMPO

Emergenza in una decina di Regioni: strade e ponti da rifare, piegati turismo e agricoltura. Caduti 15 milioni di alberi

Oltre 35 morti in una sola settimana, tra cui due famiglie travolte in una villetta abusiva dallo straripamento del fiume Milicia nel palermitano nonostante l’amministrazione ne avesse disposto la demolizione nel 2008, fermata però da un ricorso al Tar. Una vicenda che richiama i tanti casi di abusivismo edilizio sugli alvi dei fiumi, sulle pendici delle montagne, a ridosso delle spiagge.

Tornano sotto i riflettori interi territori italiani con abitazioni abusive e le polemiche contro il governo per avere inserito nel Disegno di legge per Genova anche un provvedimento per l’isola d’Ischia considerato, per certi aspetti, un condono.

L’ondata straordinaria di piogge e vento, con 15 milioni di alberi sradicati a causa delle due perturbazioni di fine ottobre, è apparsa indubbiamente “un fenomeno epocale” ma la realtà italiana dimostra che il 91% dei Comuni è a rischio idrogeologico. Sono oltre 7 milioni le persone che risiedono in zone a rischio per alluvioni, e frane. E’ stato calcolato che ci sono da rifare 100 km di strade.

L’Italia si piazza tra i primi dieci paesi più colpiti al mondo da alluvioni, siccità, tempeste, ondate di calore, terremoti. In 20 anni ci sono stati danni per una cinquantina di miliardi e migliaia di vittime.

Le scene apocalittiche del Veneto, con le dighe riempite dagli alberi caduti, le strade spazzate vie, i tralicci dell’energia elettrica divelti, il ponte spezzato in Sardegna, i panfili gettati contro le rocce a Portofino e Rapallo, i casi di abusivismo in Sicilia indicano che non è più possibile programmare gli interventi nella logica dell’emergenza.

Occorrono azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria: un piano Marshall per l’intero territorio. Una politica diversa per la montagna e per i fiumi. La preoccupazione che il legname a terra possa marcire nei boschi richiede interventi urgenti.

Piegati in molte valli gli impianti da sci, una immensa frana ha sconvolto le attività di Arabba che si stavano preparando per la stagione invernale dello sci alpino. Nel Cadore i lavoratori delle aziende di occhiali come Luxottica sono stati fermi a causa delle strade interrotte, in Valsaguna è stato scoperchiato lo stabilimento di marmellate Menz e Grasser. In Sicilia è emerso che delle 6.637 ordinanze di demolizione di strutture abusive tra il 2004 e il 2018 solo 1.089 sono state eseguite.

. In molte parti del mondo ci si difende dagli uragani, dai terremoti e dalle mareggiate. In Italia si piange dopo le tragedie e scatta la solidarietà. Non è questo il metodo giusto.

Il quadro di questo autunno è desolante: frane, tempeste, fulmini, strage di boschi, mareggiate che hanno spazzato via i litorali, paesi isolati o senza acqua, strade cancellate, miliardi di danni all’agricoltura e all’industria.

L’Italia devastata, piegata da eccezionali raffiche di vento (da 130 a 180 km/orari), piogge torrenziali, fango.

Una decina di Regioni in ginocchio: dalla Liguria al Veneto, dal Friuli al Lazio, dalla Sardegna alla Puglia, dalla Campania alla Calabria e alla Sicilia.

Le Alpi spazzate da raffiche di vento mai viste a memoria di uomo, come ha osservato Reinhold Messner che hanno causato una vera catastrofe distruggendo preziose foreste come quelle dell’abete rosso dove Stradivari andava a selezionare il legno per i suoi violini e del bellunese.

Per alcune zone ci vorranno 100 anni perché la natura cancelli le ferite. Secondo alcuni calcoli serviranno almeno 40 miliardi di euro per la sicurezza del territorio, di cui almeno 3 subito, facendo ricorso al Fondo di solidarietà della Ue come indicato dal Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

Caldo intenso in estate e nubifragi furiosi in autunno sono le due facce di un clima sempre più anomalo. Non sono mancate bombe d’acqua, grandine, sacche di siccità con gravi danni alle coltivazioni.

Dopo un 2017 eccezionalmente secco il 2018 è straordinariamente bagnato, con precipitazioni record già all’inizio dell’anno.

Roma è stata spesso in allarme con allagamenti di negozi, strade interrotte, alberi caduti, fango tanto da indurre la Sindaca a chiudere le scuole per due giorni. Nella provincia di Roma vivono 400 persone in zone potenzialmente soggette ad allagamenti. Al Pincio è franato il muro in cortina di mattoni progettato all’inizio del 1800 da Giuseppe Valadier.

Temporali di questa portata non sono più, secondo gli esperti, avvenimenti eccezionali e quindi occorre modificare comportamenti e sistemi di manutenzione.

Si tratta di cambiamenti climatici repentini spiega il meteorologo Andrea Giuliacci, secondo il quale si dovrà convivere, in futuro, con forti venti, acqua alta, mareggiate lungo le coste.

La macchina della Protezione civile si sta dimostrando in Italia efficiente ma non basta. Va cambiata la politica riguardante in territorio e le città.

Il problema è mondiale. All’inizio di settembre il super-tifone “Mangkhut” ha sconvolto le Filippine e Hong Kong, il cui aeroporto ha cancellato 800 voli coinvolgendo 100 mila passeggeri. Villaggi distrutti, oltre due milioni di persone evacuate nell’area del Guangdong, 100 mila abitanti rimasti senza casa, centinaia di morti. Alluvioni, crolli, vetri in frantumi, danni ingentissimi alle coltivazioni di riso e mais.

Un milione di americani in fuga dalla Costa Est a causa di “Florence” il primo uragano atlantico della stagione, che ha viaggiato a 200 km orari, su un fronte di 550 km e classificato nella categoria 4 su una scala di 5 il massimo.

Il rischio sismico e idrogeologico è una cosa da prendere in sempre maggiore considerazione. E le immagini di droni e satelliti lo confermano. Le mappe sulla vulnerabilità sismica e idrogeologica ci sono. E’, invece, inattuata la banca dati degli immobili privati e pubblici.

Sergio Menicucci

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