Roma, alberi senza cura nella capitale più verde d’Europa: ma basterà il microchip comunale per salvarli?

Un conto è censirli, un altro è controllare che gli 86mila grandi alberi della Capitale più verde d’Europa continuino a produrre ossigeno e a sagomare le grandi vie di scorrimento della città in condizioni di sicurezza, senza cioè che qualche grosso ramo – se non addirittura l’intero fusto – si schianti sulla testa del malcapitato di turno. Così, per abbattere il rischio che fa tremare i romani nei giorni di tempesta, il Campidoglio ha pensato ad un chip sotto la corteccia. Pini, ontani, lecci, platani, cipressi, robinie e ippocastani — scrive il Corriere della Sera — entro qualche mese potrebbero essere monitorati da remoto, con un alert pronto a lampeggiare sul desk della centrale operativa in caso di pericolo. Del resto il caso degli alberi meritava una svolta dopo i problemi che hanno messo a dura prova la resilienza dei romani. Tra la neve dell’inverno e questo incerto incipit di primavera, sono decine gli alberi, o i grossi rami, rovinati al suolo. In alcuni casi – come quello recente sulla via del Mare, cento metri dopo il tunnel di Acilia: una donna ferita – il morto non ci è scappato per questione di centimetri. E il Campidoglio – non senza la grancassa delle polemiche per gli appalti di manutenzione inceppati – è corso ai ripari per tamponare l’ennesima emergenza cittadina: dopo il censimento sono stati abbattuti 450 alberi battezzati «a rischio» e, infatti, molte carcasse sono ancora visibili nei parchi romani. Di contro il processo di piantumazione non procede di pari passo, anche se le promesse dell’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari avevano precise coordinate: 600 nuovi alberi stradali e 12mila nuove piante per la ri-forestazione urbana. Di queste ultime, dice il Comune, ne sono state piantate 3mila, eppure il rilevamento di Green City Roma sostiene che gli alberi nuovi siano 2259, cioè il 25% in meno. Ma le cure e i rimedi per questa crisi, cui un Servizio Giardini già sopraffatto e inadeguato nel personale non riesce a tener testa, si può in qualche maniera affrontare con il buon senso e l’esperienza degli antichi giardinieri e forestali. A iniziare da potature accorte e non mutilanti, difesa dei tronchi dalle asfissie causate da asfalto e cemento e, quando indispensabile, sostituzione con essenze più adeguate agli stress cittadini, come bagolari e cipressi.

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