Salasso casa, l’Ocse “condanna” l’Italia

In Italia la patrimoniale c’è già ed è tra le più salate. Gli italiani — scrive il Giornale — lo sanno bene. Fino a ieri sembravano ignorarlo alcune istituzioni internazionali, quelle che continuano a raccomandarci un inasprimento delle tasse sulle proprietà, immobili in testa, per finanziare un riduzione di quelle che gravano sul lavoro. Ora la capofila di queste istituzioni sembra avere cambiato idea. L’Ocse ha riconosciuto che l’Italia, insieme ad Argentina, Belgio, Turchia, Ungheria e Sud Africa, è tra i Paesi che ha visto le tasse sulle proprietà registrare «aumenti significativi» fra il 2000 e il 2015, in relazione al valore complessivo del Pil. Nel rapporto Tax policy reforms 2017 si spiega che la pressione fiscale è aumentata in 21 Paesi e calata in 15. All’interno dei 21 Paesi che l’hanno aumentata, l’Italia è nel gruppo più ristretto che le ha incrementate in maniera significativa. L’Ocse spiega che l’aumento del gettito potrebbe essere dovuto ad un apprezzamento degli immobili. Da escludere — commenta il Giornale — visto che il mercato immobiliare italiano ha dato il peggio proprio in quegli anni. Quindi, in Italia, con buona pace del partito delle tasse che chiede una nuova patrimoniale, le case valgono meno e sono tassate sempre più. “Finalmente anche l’Ocse riconosce quello che da tempo sostiene Federproprietà: in Italia la pressione fiscale sulla casa è troppo elevata”. E’ quanto dichiara l’on. Massimo Anderson, presidente della federazione che riunisce piccoli e medi proprietari di casa. “Fra imposte dirette e indirette, da parte di Stato, Regioni e Comuni – continua Anderson — l’abitazione di proprietà è divenuta un peso non più sostenibile. Il mercato immobiliare in nove anni ha vissuto una fase depressiva e solo ora assistiamo ad una leggera ripresa, che però riguarda essenzialmente la compravendita di seconde case e di immobili datati”.

 CONTRATTO COLLETTIVO COLF E BADANTI: CHIEDI CONSIGLIO A EBILCOBA, SOTTOSCRIVI IL NUOVO CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO INSERENDO IL CODICE E1 NEI VERSAMENTI INPS

 

 

Articoli Correlati