Termovalvole: cosa accade a chi non è in regola

Il 30 giugno scorso è scaduto anche l’ultimo termine per mettersi in regola con l’installazione obbligatoria di valvole e contabilizzatori negli edifici dove il riscaldamento è centralizzato, rinvio chiesto e ottenuto dal Coordinamento Unitario dei Proprietari (ARPE, FEDERPROPRIETA’, UPPI e CONFAPPI). Non esiste un’istantanea della situazione rispetto all’avvenuto adempimento della norma di legge: tuttavia — scrive Il Sole 24 Ore — le associazioni di categoria stimano che ancora un 20-30% di condomini non abbiano “aggiornato” il proprio impianto. Magari la delibera in Assemblea è stata approvata, ma l’effettiva esecuzione dei lavori è da realizzare. Con una nuova, possibile, corsa dell’ultimo minuto a settembre, quando l’argomento tornerà di attualità alla vigilia della riaccensione dei termosifoni. A imporre l’obbligo di installare, negli edifici che hanno un impianto di riscaldamento centralizzato, sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore non è una legge italiana, bensì una direttiva comunitaria, la 2012/27/CE, che chiede oltretutto la predisposizione di sanzioni efficaci ed esaustive. A sua volta è stata recepita nel nostro Paese dai decreti 102/2014 e 141/2016. Valvole e apparecchi per conteggiare i consumi servono a permettere a tutti gli abitanti di un palazzo di autogestire la richiesta di calore (e quindi il consumo) sulla base delle effettive necessità. Con risparmi annunciati per utenti e ambiente. Ma che cosa accade a chi non ha introdotto termoregolazione e contabilizzazione?  Sulla base della norma, i proprietari di un edificio condominiale, la cui assemblea non abbia deliberato e fatto eseguire per tempo i lavori, sono esposti a un’ammenda che va da 500 a 2.500 euro per ogni unità immobiliare. Importante sottolineare che la responsabilità ricade sui singoli cittadini. Le ispezioni scattano a campione e sono a carico della Regione: soprattutto nelle regioni con un catasto, a fronte dell’invio da parte del manutentore di un rapporto di controllo che mette in luce il mancato adempimento, sarà più facile colpire i trasgressori. Il rischio vero, però, secondo alcuni esperti è che, all’atto di avvio del riscaldamento per la stagione invernale, siano proprio le ditte di manutenzione stesse a chiedere la risoluzione dei contratti con i condomini fuori regola, rifiutando il ruolo di terzo responsabile (cioè di colui che, per conto della collettività dei condomini, risponde dell’impianto stesso davanti alla legge). Non sono pochi, fra il resto, anche i casi di condomini che per non installare le valvole hanno cercato la scappatoia della relazione tecnica per attestare l’impossibilità o la non convenienza nel proprio palazzo. Una scelta che però potrebbe essere contestata: la possibilità, contemplata dalla legge, di sottrarsi all’obbligo riguarda singoli casi che devono essere accertati con serietà da un professionista (su cui ricade anche la relativa responsabilità di ciò che viene riscontrato).

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