La Corte dei Conti: “giustificato” un eventuale intervento sull’Iva
Le agevolazioni fiscali sono aumentate, sfiorando quota 800, con un vuoto di gettito di 313 miliardi. Lo sottolinea la Corte dei Conti nel rapporto 2016 sul coordinamento della finanza pubblica. “Il fenomeno delle agevolazioni – afferma la magistratura contabile – si estende a tutto il sistema tributario. Rispetto al 2011 (720 agevolazioni e un vuoto di gettito per 254 miliardi), si può oggi stimare una significativa dilatazione sia nel numero (799 miliardi) sia nella perdita di entrate che ne deriva (313 miliardi). Questo – aggiunge la Corte dei Conti – spiega la collocazione dell’Italia al secondo posto nella graduatoria internazionale sul livello di erosione del sistema fiscale”. Secondo la magistratura contabile — scrive Italia Oggi — un eventuale intervento sull’Iva sarebbe “giustificato” e “preferibile ad altre forme di imposizione indiretta. Se, oltre al taglio delle spese, un contributo sarà necessario sul versante entrate, una ipotesi in discussione non escluderebbe, oltre a una revisione delle spese fiscali, un intervento sull’Iva”.
L’Italia è al secondo posto nell’Unione europea “quanto a prelievo gravante sui redditi da lavoro con il 42,8%, quasi otto punti oltre la media europea”, sottolinea la Corte dei Conti. E al terzo posto poi nella classifica del prelievo dei redditi d’impresa: circa il 26%, “ossia ben oltre il 50% della media Ue”. L’Italia — aggiunge la magistratura contabile — “è al 22esimo posto in Europa (con il 17,7%) nel prelievo sui consumi, quasi quattro punti in meno rispetto all’Ue, e al quarto posto sia nel prelievo sugli immobili sia in quello gravante sull’energia. Da una parte l’economia italiana sembra uscita dalla fase recessiva, dall’altra la ripresa, ancora debole, può trovare difficoltà a consolidarsi, anche per la sua caratteristica di asincronia ciclica rispetto ai principali Paesi partner”.
“La maggiore profondità della recessione e il basso tasso di inflazione insieme al maggiore costo del debito” hanno comportato, nel confronto con l’area euro, l’aumento del debito pubblico di “circa tre volte superiore in Italia” rispetto alla media europea. “Le previsioni del Documento programmatico di bilancio (di ottobre 2015, ndr) — è precisato nel rapporto della Corte dei Conti — scontano un’accelerazione nella crescita nominale, oltre che un programma di privatizzazioni per 1,5 punti nel triennio 2015-2018, che, se non confermata, comporterebbe un rapporto debito/Pil superiore a quello di benchmark (123,8% al 2018, ndr)”.