Allontanata dalla città perché molestava i vicini: quando lo stalking entra nel condominio
Il giudice del Tribunale di Roma ha disposto l’allontanamento dalla capitale di una sessantaduenne che da anni molestava i vicini di casa a viale dei Quattro Venti. Una precedente ordinanza aveva imposto alla signora Andreina di tenersi distante dagli altri inquilini almeno 5 metri. Aizzava i suoi 5 cani e mandava minacce di morte. L’hanno denunciata più volte e l’ultima è stata firmata in blocco da 32 condòmini. Sulle azioni persecutorie penalmente rilevanti nell’ambito del condominio c’è una sentenza della Corte di Cassazione del 30 giugno 2016. I Supremi giudici hanno stabilito che si verifica “stalking” da parte di un condòmino ai danni di altro quando il primo pone in essere azioni persecutorie che causano un grave stato di ansia e di paura, compromettendo il normale svolgimento delle azioni quotidiane della vittima, ingenerando timore per l’incolumità propria o dei propri familiari tale da stravolgere le normali abitudini di vita. In sostanza si deve trattare di comportamenti molesti ripetuti nel tempo e provati. La parola “stalking” deriva dall’inglese e indica una condotta penalmente rilevante, sanzionata dall’art.612 del Codice penale. In materia condominiale le molestie possono essere identificate anche con il doloso mancato rispetto del regolamento del condominio. Altre volte possono essere ricondotte al getto di pericoloso di cose.
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