Lo stalking nel condominio: la recente sentenza della Cassazione

Pace in casa propria: una richiesta legittima ma che in condominio è, a volte, difficile da soddisfare. Le liti anche violente e il disturbo sono frequenti. Ma si possono fermare. E il convegno organizzato dal Quotidiano Condominio il 22 settembre 2016 alle 14.30 presso la sede del Sole 24Ore a Milano si occuperà anche di questo, con riferimento al disturbo. Allargando lo sguardo — scrive il giornale economico — si ricordano veri e propri atti persecutori commessi in ambito condominiale da persone che trascendono sino a rendere difficile la vita ai loro vicini di casa. In questi casi si parla di delitto di stalking (articolo 612 bis del Codice penale), punito con la reclusione da reclusione da sei mesi a quattro anni (invece, per le semplici «molestie», la pena è l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda fino a euro 516). La recente sentenza della Cassazione n. 26878/2016, infatti, ha confermato la condanna per stalking a carico del condòmino che aveva esasperato un suo vicino di casa, determinando grave stato di ansia e costringendolo a sottoporsi a terapie tranquillanti e ad assentarsi dal luogo di lavoro. Emblematico e fortunatamente estremo è il caso esaminato dal Tribunale di Padova con sentenza del 23 marzo 2015; alcuni condòmini avevano lamentato comportamenti particolarmente pesanti: minacce e insulti ai vicini di casa, rumori, bestemmie e altre amenità analoghe. Il Tribunale ha emesso condanna per stalking poiché le condotte dell’imputato avevano ingenerato un profondo stato di ansia nei condomini, costretti a sprangare le porte di casa e a limitare le proprie uscite per non incontrarlo. Già il giudice per le indagini preliminari aveva disposto che l’indagato si allontanasse dal condominio e la misura aveva riportato la pace tra i vicini di casa.

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