Efficienza energetica in edilizia: ancora lontani gli obiettivi europei

I bonus fiscali predisposti dal governo e che, per il 2017, amplieranno il proprio raggio di azione, sono uno strumento importante per aumentare l’efficienza del costruito. Tuttavia, così come sono strutturati e, soprattutto, da soli — scrive Il Sole 24 Ore — non bastano a centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni che ci chiede l’Europa. Il dato è emerso in occasione del Riday 2016, appuntamento che si è svolto lunedì 14 novembre a Palazzo Marino (Comune di Milano, ndr), organizzato da Renovate Italy, soggetto che riunisce realtà imprenditoriali e no profit (l’elenco compreso sul sito www.renovate-italy.org), unite nell’interesse di portare all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica il tema della riqualificazione del patrimonio esistente. A spiegare perché quanto fatto fino ad oggi, pur meritevole, è ancora insufficiente, è stato l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che, dati alla mano, ha analizzato la situazione: «L’Europa – ha spiegato la ricercatrice Monica Pantaloni – ci chiede una riduzione dei consumi del 33% entro il 2030 sul fronte del settore cosiddetto Esd, che è composto al 40% dai trasporti e al 25% dall’edilizia (al 69% residenziale), oltre che dalla piccola industria o dall’agricoltura. Tuttavia — continua il quotidiano economico-finanziario — le proiezioni ci dicono che arriveremmo al massimo a una diminuzione del 21%». La previsione è ottenuta incrociando le azioni che sono state messe in campo e fotografate al 2015, compresi gli ecobonus, con quella che sarà in progressione la richiesta di consumo di una popolazione residente che, entro 15 anni, dovrebbe essere nel nostro Paese di circa 64 milioni di persone. «Il valore del 21% – aggiunge Pantaloni – viene corretto, in modo più ottimistico, ma pur sempre insufficiente, da un secondo scenario, che si chiama Primes 2016, stilato dalla Commissione Ue. Del resto, proprio a partire dall’ambito del risparmio in edilizia, gli interventi attivati non sono ancora sufficienti. Il tasso di rinnovo del parco edilizio, secondo quanto ci rivela l’stat, è appena dell’0,56% l’anno. Troppo poco per incidere così come ci chiede Bruxelles».

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