CASA troppo cara: FINO A 34 ANNI COSTRETTI AD ABITARE CON GENITORI

La prima dimensione critica, per molti aspetti la più grave, dell’abitare contemporaneo riguarda la disponibilità e accessibilità stessa del bene casa, in un contesto segnato dalle dinamiche di impoverimento. In questo contesto cresce la quota di affitto tra le famiglie a basso reddito: prima della crisi si attestava sul 36% (poco più di un terzo del totale) oggi è intorno al 44%. E cresce anche tra i giovani, Dal 2007 al 2017 le famiglie under 35 proprietarie dell’immobile in cui vivono sono scese del 14%, passando dal 74 al 60%, mentre la quota di quelle in affitto è salita dal 25 al 39%. Le famiglie con principale percettore di reddito di età compresa tra i 35 e i 44 anni proprietarie sono invece calate del 9%, passando dal 79 al 70%, nelle stessa fascia di età quelle in affitto sono passate dal 21 al 29%. E’ quanto emerge dal focus “Città, la crisi dell’abitare e la mappa dei disagi” promosso da Confcooperative Habitat e realizzato in collaborazione con Censis e Confcooperative. L’affitto è una condizione abitativa tipica delle città. Delle 4 milioni di famiglie in affitto circa il 40%, 1,6 milioni, è in condizioni di disagio abitativo in relazione ai costi. Addirittura tra le famiglie in affitto sul mercato ben il 28% dichiara di sostenere una spesa per la casa che supera il 40% del reddito. Con la crescita degli affitti e delle difficoltà economiche ha fatto lievitare gli sfratti che in 9 casi su 10 sono dovuti a morosità. Nel 2017 ogni giorno, festivi compresi, sono state raggiunte da uno sfratto 160 famiglie.

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