Alloggi in comodato: dimezzate le tasse locali (ma a due condizioni)

Alla fine ha prodotto un compromesso il tira e molla sulle case date in comodato che ha accompagnato i passaggi parlamentari della Legge di Stabilità, un compromesso sotto il titolo di “dimezzamento delle tasse locali”, ma nella realtà si rivela assai meno generoso. Nella versione definitiva (al comma 10 della legge 208/2015), dopo un’infelice pensata del Senato che avrebbe imposto ai proprietari di andare in affitto o addirittura in albergo per ottenere l’esenzione fiscale, la manovra decisa dal governo, come è noto, ha deciso di abbattere del 50% la base imponibile, e quindi l’Imu e la Tasi da pagare, per chi concede una casa in comodato gratuito a un figlio o ai genitori, ma a due condizioni: 1) oltre all’immobile che “offre”, il comodante può essere proprietario della sola abitazione principale, 2) questa deve essere nello stesso Comune in cui si trova la casa data ai familiari. La clausola, è evidente, taglia fuori tutte le case comprate in un’altra città, ad esempio in quella dove il figlio studia all’università oppure muove i primi passi nel mondo del lavoro, oltre a creare parecchi problemi nei paesi più piccoli: in Italia un Comune su quattro ha meno di mille abitanti, e in questi casi è facile che il figlio abiti in un centro diverso da quello dei genitori anche se le due case sono a un tiro di schioppo.

 

 

Articoli Correlati