Federproprietà al ministro Franceschini: salviamo Casa Balla

La rivista “Panorama” nel numero del 19.9.2015 ha lanciato l’allarme: la “Casa Balla”, l’appartamento romano di via Oslavia 29b, dove il grande sperimentalista creò e abitò fino alla morte, versa in stato d’abbandono e “tutto sta appassendo — afferma il critico d’arte Elena Gigli — dentro impolverati scatoloni e buste di plastica”, nonostante Casa Balla sia giustamente vincolata dalla Soprintendenza già dal 2004. Dopo le affermazioni di Norman Rosenthal, direttore della Royal Academy of Art di Londra, e di Pontus Hulten, già direttore del Beaubourg di Parigi, secondo cui il XX secolo si può e si deve considerare a tutti gli effetti come secolo in arte esclusivamente italiano, si può senz’altro affermare che proprio nello studio-abitazione di Giacomo Balla sono state poste le basi per la formazione di quel nuovo linguaggio che rinnoverà l’arte italiana. Infatti lo studio-abitazione di Giacomo Balla, arrivato nella Capitale da Torino nel 1895, venne frequentato dai giovani pittori Boccioni, Severini, Sironi, Duilio Cambellotti, Ferruccio Ferrazzi e Cipriano Efisio Oppo, il futuro organizzatore delle Quadriennali romane.

Ciò non è sfuggito al Museum Guggenheim, che nell’importante rassegna di New York, da poco conclusa, ha messo in grande rilievo come Giacomo Balla, insieme a Fortunato Depero, ha mirato alla Reconstructing the Universe (1915) e ha confermato lo spirito innovativo negli svariati contesti della creatività dell’arte e del vivere quotidiano. E allorché l’ambiente artistico italiano si elettrizzerà e il generico ideologismo si tramuterà in politica d’intervento, assumendo caratteri più concreti — ha scritto De Felice — è nello studio di Balla che le prime composizioni accentueranno lo stato d’animo: siamo nel 1914 e il suo lirismo pittorico popola i pannelli cromatici di ritmi e di voci e sono le sue bandiere che, anticipando il concetto moderno della luce nello spazio, invitano all’azione.

In una Italia, in cui tutto va in rovina, “basterebbe poco — come scrive “Panorama”– per restituire un senso a quella casa”. Aprendola al pubblico potremmo ridare vita al sogno di una “Ricostruzione” del nostro Universo”.

Luigi Tallarico

 

Da qui l’appello del presidente di Federproprietà, Massimo Anderson, che invita il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ad intervenire per salvare Casa Balla. “Signor Ministro – scrive Anderson — consideri le puntualizzazioni del nostro collaboratore Luigi Tallarico (insigne studioso delle avanguardie e dei movimenti artistici del 1900 italiano) come una lettera aperta a Lei indirizzata anche da Federproprietà, quale rappresentante di oltre 400.000 soci proprietari immobiliari, ma sempre attenta alle sorti del nostro Paese e del patrimonio culturale di esso. Il grido d’allarme da più parti lanciato , affinché non sia affossata la viva testimonianza di un momento di rilevante importanza , sotto una pluralità di aspetti, per la stessa storia dell’arte, siamo sicuri che troverà nell’attenzione e sensibilità della S.V. On.le una positiva soluzione. Nel contempo – conclude Anderson — ringraziandoLa ci riserviamo d’inviarLe le firme raccolte dalla nostra associazione in segno di specifica preoccupazione per la possibile perdita o definitiva rovina di un bene unico al mondo, travolto dall’incuria e dalla situazione di grave degrado della Capitale”.

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