Viaggi, auto e shopping meno cari con il crollo del petrolio

Era dal 2004 che il petrolio non raggiungeva i prezzi minimi di questo periodo, ormai sotto i 30 dollari al barile. Una cifra tenuta così bassa dal rallentamento dell’economia cinese e degli altri Paesi emergenti, oltre che da uno scenario molto più acceso dal punto di vista della concorrenza, con i produttori sauditi agguerriti contro i nuovi americani. Il basso prezzo del greggio porterà con sé una serie di effetti sulla vita quotidiana, molti dei quali positivi, se non si è un produttore di petrolio.

La speranza di tutti i viaggiatori è che i prezzi dei biglietti aerei calino, oltre che i costi per il pieno di carburante dell’auto. Per il momento però i prezzi non sono cambiati di granché, in particolare per il rifornimento dal benzinaio che ancora risente del peso delle accise: su un euro di benzina, 69 centesimi vanno via in tasse. Qualche buona notizia potrebbe arrivare dai voli, ma ci vorrà pazienza perché, come scrive La Stampa, le compagnie aeree acquistano il carburante con mesi di anticipo, per cui i riflessi del prezzo più basso del greggio si potranno vedere nei primi mesi del 2016.

Il petrolio meno caro porta con sé un contenimento dei prezzi al consumo, il che può contribuire a tenere lontana la deflazione già vista nel 2009. La nota dolente arriva dalle aziende petrolifere, costrette a ridurre i propri organici, lasciando a casa migliaia di persone. Solo la Bp ha annunciato 4mila tagli nei prossimi due anni, la brasiliana Petrobas ha ridotto gli investimenti di 32 miliardi fino al 2019, con fortissime ripercussioni sull’occupazione.

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