Passa di mano il capitale di Bankitalia

Si è a lungo discusso delle partecipazioni al capitale della Banca d’Italia in quanto a molti è sembrato un’anomalia il fatto che i vigilati (istituti di credito) partecipassero al capitale della vigilante (Banca centrale nazionale). Il percorso che portò nel 2014 all’approvazione della legge secondo cui tutti i soci maggiori dovevano scendere entro il 3% sta giungendo al traguardo. Entro la fine del 2016 il 40% del capitale dell’istituto di via Nazionale passerà di mano attraverso il meccanismo di mercato secondario. Questo vuol dire che Intesa Sanpaolo e Unicredit (i due colossi che detengono la maggioranza del capitale) devono alleggerire il loro peso così come le Generali di Trieste (5%), Cr Bologna( 6,2%), Carige Genova ( 4,1%), Inps ( 5%). Dal 1936 in poi il capitale di Palazzo Kock (istituto di diritto pubblico su cui nessun privato può esercitare un’influenza sulle attività istituzionali) è stato custodito da banche, compagnie di assicurazione ed enti pubblici come Inps e Inail. Di recente era stata presa in considerazione l’ipotesi di un collocamento dei titoli presso i risparmiatori. Ma è stata accantonata. Ora l’allargamento della base azionaria coinvolge altri investitori allettati da una remunerazione del capitale che potrebbe oscillare dal 4 al 6 per cento. Un’opportunità che hanno colto anche le casse dei professionisti (architetti, ingegneri, medici, dirigenti di agricoltura, ragionieri). E’ passato di mano il 10% del capitale Bankitalia pari a 750 milioni di euro. Le quote sono state cedute al valore di 25 mila euro ad azione. Dopo questa operazione il capitale è di 7,5 miliardi di euro dopo la rivalutazione ( secondo alcuni ambienti a ribasso) dello storico valore nominale del 1936 che era di 300 milioni di lire, pari agli attuali 156 milioni.

La Banca d’Italia ha avviato un percorso di riassetto che porterà alla fine del 2018 al taglio di 19 strutture territoriali per cui dalle 58 attuali le filiali saranno ridotte a 39. Nel 2007 gli uffici locali erano 97 ma la riduzione dei compiti di tesoreria provinciale dello Stato e di quelli legati alla circolazione della moneta inducono a concentrarsi sulle funzioni di vigilanza bancaria e finanziaria d’intesa con la Bce e all’analisi economica e di gestione del sistema dei pagamenti.

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