Canone Rai in bolletta: sì del Consiglio di Stato

Il canone Rai in bolletta supera il secondo esame del Consiglio di Stato, anche se la definizione di apparecchio televisivo, che era stata la principale richiesta di modifica da parte dei giudici di Palazzo Spada, nel primo parere del 14/4/2016, non troverà casa nel decreto. I giudici hanno comunque promosso la scelta del ministero dello Sviluppo economico (Mise) di inserire solo l’elenco dei device che sono esclusi dal pagamento del canone in una nota interpretativa dello stesso ministero. Lo si legge nel secondo parere che il Consiglio di Stato ha espresso in merito alle modifiche apportate al decreto sul canone tv, che a questo punto può accelerare il suo cammino. Questi i contenuti del decreto, relativamente alle parti che tengono conto del parere del 26 aprile, secondo quanto riportato da Italia Oggi.

Il Mise ha risposto alla criticità sollevata da Palazzo Spada su cosa si dovesse intendere per apparecchio televisivo, scegliendo la strada della prassi amministrativa. Per il Mise non è stato possibile introdurre una disposizione che spiegasse in modo preciso per quali apparecchi dovrà essere applicato il canone tv in bolletta perché «potrebbe ingessare eccessivamente tale definizione» con la conseguenza di farla diventare obsolescente, vista la «continua evoluzione delle tecniche di trasmissione e ricezione del segnale televisivo». Quello che, quindi, ha fatto il Mise è stato inserire una nota tecnica, estranea al decreto ministeriale, dove si chiarisce quali apparecchi saranno assoggettati al pagamento del canone rai in bolletta e quali saranno, di conseguenza, esclusi dall’onere.

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