Emergenza casa a Milano: 55 appartamenti per sfrattati e disoccupati
Il progetto «zero case vuote» muove i primi passi. La Giunta Sala ha approvato i primi due appalti da 11 milioni di euro per avviare i cantieri su 276 alloggi popolari sfitti. Ma la risposta all’emergenza abitativa non si concentra solo sull’edilizia Erp. Il Comune — scrive il Corriere della Sera — ha dato il via al recupero anche di 55 appartamenti inutilizzati perché in pessime condizioni: ospiteranno famiglie in improvvisa difficoltà economica, spesso per la perdita del lavoro, che sono sotto sfratto. E in generale quella fascia di milanesi «troppo ricchi» per le case popolari, ma non abbastanza per il mercato privato. I 55 alloggi (e tre «unità ad uso diverso»), tutti in zona Niguarda, tra viale Ca’ Granda e via Padre Luigi Monti, sono in «condomini misti»: edifici in cui convivono alloggi privati e pubblici. A occuparsi del recupero sarà la Fondazione San Carlo, vincitrice del bando per la concessione d’uso ventennale. Dovrà ristrutturarli, assegnarli e gestirli in base alle linee guida di Palazzo Marino. Otto serviranno ai servizi sociali per affrontare le emergenze, gli altri saranno assegnati a famiglie in situazione di disagio abitativo, prioritariamente con procedure esecutive di sfratto in corso o appena effettuato» e con reddito Isee non superiore a 26 mila euro l’anno. L’affitto sarà a canone agevolato: inferiore a «65 euro per metro quadro annuo». Quindi, visto che le case variano dai 40 ai 70 metri quadrati, non più di 400 euro al mese. Al Comune andranno 20 euro al mese per ogni appartamento. Ma soprattutto, come scritto nel bando — riporta sempre il Corriere — potrà ridurre «le spese a carico del bilancio relative sia alla gestione degli immobili in condomini privati, sia alla sistemazione presso strutture residenziali temporanee (gli alberghi, ndr ) dei nuclei in stato di disagio».
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