La Ue: sull’inquinamento “l’Italia deve agire subito”

Alla fine è arrivato. Parliamo del parere motivato dell’Ue nei confronti dell’Italia,  seconda fase di un provvedimento che potrebbe portare ad una multa da record qualora la Corte di Giustizia europea decidesse di sanzionare il nostro Paese per il superamento dei limiti di emissioni inquinanti. In altre parole — scrive il sito Omniauto.it —  si tratta di un ultimatum per il Ggverno italiano, che da ora ha due mesi di tempo per dimostrare quali sono le iniziative e le politiche che intende intraprendere per far fronte all’emergenza smog. Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, comunque, è ottimista. “Siamo convinti che la Commissione riconoscerà il nostro cambio di marcia”. Un’azione di cambiamento che prevede il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali. “Governo, Regioni e Comuni hanno scelto di lavorare insieme per la qualità dell’aria e di farlo programmando misure finalmente strutturali”. Perché, ovviamente, non si tratta di soluzioni rapide ed indolori, quanto piuttosto di cambiamenti di carattere politico, tecnologico e, per certi aspetti, culturale. I “semplici” blocchi del traffico, ormai lo sappiamo, non servono. Primo perché si tratta di soluzioni temporanee che non eliminano il problema alla radice, secondo perché in realtà la metà delle polveri sottili è prodotta dai sistemi di riscaldamento inefficienti e quindi, anche dopo lo stop ai veicoli più inquinanti, il livello di particelle dannose nell’aria non cala. E infatti, prosegue il ministro, “sono in fase di valutazione progetti da 35 milioni per la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro. Stiamo andando avanti pure sui 50 milioni per la realizzazione di infrastrutture tra cui le colonnine di ricarica elettrica, sull’acquisto nazionale di mezzi pubblici ecologici e su tutto il fronte dell’efficienza energetica”. Tra cui è compreso anche l’ecobonus fino al 2021.

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