Il decalogo degli esperti PER RIDURRE l’ELETTROSMOG IN abitazioni E UFFICI

Ridurre i rischi di esposizione umana all’elettrosmog in ambienti indoor: è questo l’obiettivo del decalogo ‘Elettrosmog. 10 consigli utili per ridurre l’esposizione all’inquinamento elettromagnetico’ della Società italiana di medicina
ambientale (Sima), presentato alla Sala del Rettorato dell’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’. I campi elettromagnetici (Cem) – spiegano gli esperti Sima – sono presenti ovunque nell’ambiente e sono generati da sorgenti naturali e artificiali. I parametri fisici importanti da prendere in considerazione sono la frequenza (Hertz), il livello di potenza (Watt o dBm), la distanza dalla sorgente e la durata dell’esposizione al Cem. Sulla base della frequenza, i campi elettromagnetici interagiscono in maniera diversa con la materia vivente per cui si distinguono ‘radiazioni ionizzanti’ e ‘radiazioni non ionizzanti’. Più è elevata la potenza dei Cem, maggiore è la sollecitazione sul corpo umano. In generale – specificano gli esperti – maggiore è la distanza che l’onda elettromagnetica deve ‘percorrere’, maggiore è la potenza che occorre fornire: è come se, per farci sentire ad una distanza più ampia, alzassimo la voce. Il corpo è sollecitato, in casa, da molte sorgenti a bassa intensità (Wi-Fi) e da poche sorgenti ad alta intensità (il cellulare in fase di chiamata, il cordless). Il tempo di esposizione ai Cem è un moltiplicatore degli effetti inquinanti, pertanto è indispensabile valutare in modo accurato il livello di esposizione nei luoghi in cui si permane consecutivamente per molte ore.

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