Roma, Amministratori incapaci di smaltire i rifiuti. Che così andranno in Svezia
Centomila tonnellate di rifiuti pronte a partire via nave per tre anni con direzione i termovalorizzatori di Stoccolma e poi, da ottobre, di Goteborg, sempre in Svezia. Ci sono poi trattative con la Bulgaria, che potrebbe rappresentare una terza soluzione immediata (il materiale viaggerà via treno). Altre opzioni: Portogallo, Cipro e l’Austria. L’obiettivo, dopo il vertice tra Campidoglio, Regione Lazio e ministero dell’Ambiente, è portare l’immondizia di Roma il più lontano possibile, per liberare strade e marciapiedi, senza però che si intraveda un piano che affronti strutturalmente il problema dei rifiuti della Capitale. E cioè: dove smaltirli? Già oggi in parte gli scarti trattati nei Tmb privati dell’Urbe finiscono all’estero (attualmente in Portogallo, in passato a Palma di Majorca e Romania). Roma, senza discariche e con un unico inceneritore nella provincia di Frosinone, è costretta ad alimentare la sua dipendenza dagli impianti del resto d’Europa. Paesi pronti a incassare i bonifici del Campidoglio e a sfruttare i rifiuti di Roma per produrre energia. Perché gli amministratori capitolini e regionali, appunto, non sono capaci di smaltire i rifiuti della capitale. Ma intanto Ama annuncia di aver raccolto e avviato a trattamento quasi 10mila tonnellate di rifiuti indifferenziati, oltre 1.500 tonnellate in più rispetto ai primi 3 giorni della settimana scorsa. Sono state 3.350 le tonnellate di rifiuti raccolte mercoledì 10 luglio, che vanno ad aggiungersi alle 3.400 di martedì 9 e alle 3.200 di lunedì 8. Quindi “la situazione sta progressivamente tornando alla normalità”. I romani però non se ne sono accorti.
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