Una casa sull’albero? Il sogno diventa realtà

Alzi la mano chi da piccolo non ha mai sognato di avere una casa sull’albero appoggiata a uno di quei tronchi del giardino di casa dove salirci con i compagni di gioco e nascondersi dai grandi. Oppure chi da adulto non ha mai desiderato ritirarsi su un albero per stare in simbiosi con la natura magari godendo di panorama mozzafiato. Quello che sembrava una fantasia da cartone animato — scrive wise society — oggi è diventata una realtà e costruire case sull’albero solide e funzionali non è più un’utopia. Merito di Davide Torreggiani, manager d’azienda che, un giorno, volendo costruire una casa sull’albero per le figlie, dopo una ricerca accurata, si accorge che nel mercato c’è un vuoto assoluto; perché in Italia non ci sono aziende specializzate nella costruzione di case sull’albero contrariamente a quello che avviene per esempio in Francia o Germania. E così abbandona il suo lavoro e fonda, con l’amico Enzo Falsitta professionista del mondo della finanza, “Sullalbero”. Insieme si mettono a lavorare al loro progetto e oggi, pochi anni dopo quell’intuizione, sono già oltre una trentina le case sull’albero realizzate dalla loro azienda su terreni pubblici e privati. Come il Castle Tree house costruito nel giardino della Casa del Gelato all’Idroscalo di Milano o del Red Tree House Giardini al Bosco di Thiene, o della casetta dei giochi dell’asilo British college di Gallarate. Senza dimenticare le altre dimore sull’albero costruite nei giardini di tenute private o in quelli di strutture ricettive come agriturismi e bed and breakfast. Ma come si fa a costruire una casa sull’albero? «Dopo la visita di un nostro agronomo e di un architetto nella quale cerchiamo di capire le esigenze dei clienti, gli presentiamo delle soluzioni personalizzate. Una volta scelto il progetto che più si adatta ai loro desideri, iniziamo la fase costruttiva che dura due o tre settimane nel nostro stabilimento – racconta a Wise Society Enzo Falsitta – Lì il cliente vede la casa già montata; così, nel caso di modifiche, è più facile intervenire. Poi, cercando di smonatre il meno possibile la struttura, la portiamo nel giardino del cliente per posizionarla». Il punto dolente però riguarda i permessi dato che non esiste una legislazione univoca nazionale e regole e balzelli cambiano da comune a comune. «Dobbiamo cercare di fare comprendere all’ufficio tecnico l’impatto zero delle nostre strutture. In ogni comune bisogna spiegare cosa facciamo, quali vincoli ci sono, poichè sono strutture amovibili. Molto dipende dal tecnico comunale e da quanto si appassioni a questa impresa. Il dialogo con loro è costante per fargli capire la non invasività della nostra struttura», aggiunge ancora Falsitta. La case sull’albero sono molto rispettose della pianta e poco invasive e anche i materiali utilizzati sono eco friendly. “La pianta – continua Falsitta – deve essere abbastanza resistente da sorreggere una casa. Anche se, per non danneggiarla, creiamo un telaio senza chiodi e senza viti su cui poi si appoggia la struttura con cavi e fascioni asolati. Infatti, la casa non deve vincolare in nessun modo la pianta nè nei suoi movimenti nè nella sua crescita. Per le nostre case oltre al legno certificato proveniente da riforestazioni, utilizziamo della fibra di cocco sul punto di contatto tra la struttura e la pianta per non creare abrasioni e per non fare stagnare l’acqua. Per le coibentazioni, usiamo materiali naturali come la lana di pecora proveniente dagli scarti dell’industria tessile italiana perché ha caratteristiche termiche e traspiranti molto importanti». Poi per produrre energia si ricorre a pannelli solari e per le acque reflue la casa sull’albero viene collegata alla fogna vicina oppure viene creato un impianto di fitodepurazione.

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