il regolamento condominiale nelle locazioni brevi

Se da una parte le nuove formule locative attraggono i proprietari e gli investitori, dall’altra preoccupano i condòmini per i disagi e le preoccupazioni causate dal maggior traffico di estranei all’interno dell’edificio. Non solo: anche se non molto frequenti — scrive Il Sole 24 Ore — ci sono anche le proteste per i rumori notturni. Il nodo è, quasi sempre, l’interpretazione del regolamento condominiale. Di norma i conflitti partono da clausole che contengono divieti “all’attività di affittacamere, pensione, casa vacanza o alberghiera” ma a volte il divieto riguarda solo alcune di queste tipologie. Questi divieti possono essere più stringenti se contenuti in un regolamento condominiale contrattuale anziché assembleare, cioè redatto dal costruttore dell’edificio e da questi fatto approvare agli acquirenti degli appartamenti all’atto del rogito. Il regolamento “contrattuale”, se regolarmente trascritto nei vari rogiti man mano che l’edificio viene venduto, può contenere vincoli molto più forti rispetto a quello assembleare, votato a maggioranza. Fondamentale, per chi decida di sfruttare il suo immobile o di comprarne uno da mettere a reddito con queste caratteristiche, è quindi una lettura attenta del regolamento condominiale. Ma questi regolamenti condominiali, stilati decine di anni fa (anche quelli moderni, però, in genere ricalcano i vecchi testi), non prevedono divieti espressi a due modalità di messa a reddito dell’immobile: gli affitti brevi (con portali come Airbnb o in proprio) sotto i 30 giorni e il Bed & Breakfast.

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