nomisma: in forte crescita la componente investimento (Dal 6,1% del 2017 al 15,4% di quest’anno)

“L’incremento dell’attività transattiva registrato fin qui non esaurisce in alcun modo il potenziale espansivo, come si evince dall’imponenza delle intenzioni di acquisto. Sono infatti oltre 2,6 milioni le famiglie che manifestano ambizioni proprietarie, prevalentemente alimentate dal desiderio di miglioramento della condizione abitativa attuale o dall’esigenza di emancipazione dal nucleo d’origine”. E’ quanto si legge nell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare – luglio 2018 di Nomisma presentato presso Poste Italiane a Roma. La dipendenza da mutuo riguarda oltre l’80% della domanda potenziale in Italia ed è quindi inscindibile il legame tra scelte allocative delle istituzioni finanziarie e numero di compravendite immobiliari. Proprio per le difficoltà di accesso al mercato dell’acquisto da parte di fasce della popolazione più colpite dalla crisi – senza dimenticare il desiderio di emancipazione e mobilità dei nuclei più giovani – si è determinato negli ultimi tempi un passaggio di parte della domanda verso la locazione. Vi è quindi specialmente una motivazione “economica” alla base della scelta di prendere in affitto una casa, anche se per le nuove generazioni questa decisione si avvicina a un’idea di casa “come servizio in una logica di flessibilità dei progetti di vita”. L’Istituto bolognese evidenzia come l’offerta locativa attuale appaia ancora sufficiente a soddisfare la domanda ma, se si dovesse diffondere la “cultura della locazione come scelta di residenzialità”, si porrebbe il problema di un’offerta esigua e spesso qualitativamente inadeguata. Per Nomisma in Italia gli investitori orientati al settore residenziale “lamentano il permanere di una serie di fattori disincentivanti tra i quali il regime fiscale penalizzante e in continuo cambiamento, il quadro normativo incerto e gli elevati rischi da locazione legati alla solvibilità dei conduttori, la farraginosità delle procedure urbanistiche e, ancora, la proprietà frammentata e la carenza di società di gestione specializzate”.

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