Si realizzerà il piano Italia sicura?

Il Governo sembra fare sul serio per mettere il Paese in sicurezza contro il dissesto idrogeologico che provoca ogni anno vittime e danni ingentissimi

di Giuseppe Sappa *
I meteorologi ci dicono che il clima sta cambiando davvero. In Italia cominciano ad apparire i fenomeni pronosticati dalla scienza: lunghi periodi di siccità interrotti da brevissimi eventi “estremi”, fortunali rabbiosi e distruttivi. Il nostro Paese è sensibilissimo a quello che viene chiamato, con una brutta locuzione, “dissesto idrogeologico”. Cioè gli allagamenti, le frane, gli abusi colpevoli e gli errori inconsapevoli nel costruire, e la ricorrenza dei terremoti nel Paese che ha l’Etna, il Vesuvio e il vulcano che ha dato il nome a tutti i vulcani del mondo, cioè Vulcano.
La manutenzione dei corsi d’acqua, i controlli contro le illegalità, la cura delle foreste che s’ingrandiscono invadendo colture abbandonate (questo è il periodo con più verde della storia d’Italia), la progettazione di un’edilizia intelligente ed efficiente sono alcuni degli strumenti in cui l’Italia deve investire per diventare più ricca e insieme più sicura. Anche perché alcuni episodi lasciano riflettere. A febbraio 2015 un nubifragio ha provocato l’esondazione della fiumara Valanidi, in Calabria, lasciando isolati numerosi abitanti. Casi analoghi sono verificati nella Regione nell’ultimo biennio: il 6 novembre 2014 ci fu l’esondazione delle fiumare Ciancio e Careri; più recentemente (agosto 2015) lo Ionio cosentino è stato investito da un’alluvione con danni ingentissimi a Rossano e Corigliano Calabro. I corsi d’acqua straripati in Calabria erano perfettamente curati e mantenuti ma lavoro e la buona volontà a volte non bastano contro la forza irruente della natura.
Firenze è stata colpita da un violento nubifragio il 1° agosto scorso, quando in due ore si sono registrati 58 millimetri di pioggia, la stessa quantità che mediamente dovrebbe cadere in un intero mese piovoso. Il temporale, scoppiato a metà pomeriggio sul Tirreno, ha risalito l’Isola d’Elba verso nord-est fino a Pisa e poi Firenze con migliaia di fulmini e violente raffiche di vento. Un tetto, scoperchiato dalla tromba d’aria, ha colpito, abbattendolo, un portale della linea elettrica aerea provocando l’interruzione del traffico ferroviario sia sulla direttissima Firenze-Roma sia sulla “lenta”. Dalle 19:30, per circa ventiquattro ore l’Italia è rimasta spezzata a metà. Pochi giorni dopo, un evento meteorico eccezionale ha interessato il nord est, a Cortina d’Ampezzo, San Vito di Cadore, Auronzo e Borca. L’esondazione del torrente Borca ha provocato una frana di rilevante entità, che ha bloccato la strada che collega Cortina d’Ampezzo con l’esterno della valle, abbattendo anche un traliccio dell’alta tensione: il lussuoso centro turistico è rimasto isolato e senza energia elettrica per alcuni giorni.
Questi episodi, presi fra i tanti, da sud a nord del nostro Paese, dimostrano che il dissesto idrogeologico accomuna tutta l’Italia, indipendentemente dal grado di sviluppo sociale ed economico. Per questo è da accogliere con apprezzamento, che, a fronte di tutto ciò, sul piano per il dissesto idrogeologico sembra che il governo faccia sul serio, avendo avviato un’importante inversione di rotta che, speriamo, farà scuola in altri piani infrastrutturali come quelli sulle scuole o sui trasporti: partito da una selva davvero inestricabile di proposte (o forse bisognerebbe dire di “titoli”) che negli anni passati si erano andate accumulando nei cassetti di Comuni e Regioni, il Governo, per mezzo della specifica unità di Missione appoggiata presso il Ministero delle infrastrutture, ma emanazione diretta della Presidenza del Consiglio, ha fatto una rigorosa cernita degli interventi che possono effettivamente partire perché dotati di progetti. Ha selezionato e distinto gli interventi seri e aggiornati, da quelli esistenti solo sulla carta. Ha così stilato un primo elenco di opere urgenti, finito nel piano stralcio delle aree metropolitane, che vale 800 milioni e, successivamente, ha preparato un secondo elenco per un valore di 600 milioni. Per questa seconda lista serve il finanziamento che andrà trovato nella “legge obiettivo” per tenere fede alle promesse già fatte dai Ministri Delrio e Galletti.
All’interno della lista degli interventi, previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 ottobre 2015, sono stati selezionati 33 interventi immediatamente cantierabili, per oltre 650 milioni di euro, che comprendono le prime 4 opere urgenti per la sistemazione del Torrente Bisagno del torrente Rio Ferregiano, a Genova; 8 interventi per l’area metropolitana di Milano, in particolare in relazione al corso dei Fiumi Seveso e Lambro; 3 opere nei territori del Veneto, tra le province di Vicenza, Padova e Venezia; 6 interventi riguarderanno l’Emila Romagna, in particolare per la sistemazione del fiume Reno e dei vicini torrenti nell’area di Bologna, oltre alla messa in sicurezza del litorale di Cesenatico; il territorio della Toscana sarà interessato da dieci cantieri, con il ripristino e la sistemazione dei corsi e delle aree di laminazione di numerosi corsi d’acqua nella Regione; un corposo intervento riguarderà la messa in sicurezza dei corsi d’acqua di Olbia; anche Pescara sarà interessata da un generale intervento di realizzazione di opere di laminazione del fiume omonimo. Per le 99 opere rimanenti, che non erano immediatamente cantierabili, il Governo si è impegnato a reperire al più presto ulteriori 600 milioni di euro, stanziando le prime risorse aggiuntive che si renderanno disponibili, per completare, così, il finanziamento di tutte le opere previste dal piano stralcio per le aree metropolitane.
Il decreto individua un’ulteriore tabella, comprendente altri 5 interventi prioritari e urgenti di mitigazione del rischio alluvionale, riguardanti una popolazione pari o superiore a 15 mila abitanti, non ancora definiti a livello di studio di fattibilità o progettazione preliminare, ma che possano in tempi brevi completare l’iter progettuale. Questi saranno ammessi al finanziamento a valere sulle risorse residue del Fondo per la progettazione o di quelle, residue, per l’attuazione del piano stralcio. In buona sostanza, dalla creazione della Struttura di missione per l’attuazione del Piano ItaliaSicura, per il finanziamento degli interventi in materia di dissesto idrogeologico, infrastrutture idriche ed edilizia scolastica, il Governo dichiara di aver stanziato complessivamente, solo per le opere strutturali per la prevenzione del rischio idrogeologico, risorse per complessivi 754 milioni di euro (654 milioni per gli interventi e 100 milioni per un fondo di progettazione), con l’obiettivo di sommare ai 1.300 milioni del piano stralcio, risorse per ulteriori 7 miliardi da impiegare nei prossimi cinque anni e generando un effetto positivo sull’occupazione, diretta-indiretta e indotta, di circa 20 mila unità per miliardo, creando circa 160 mila occupati distribuiti nell’arco del periodo di realizzazione del piano.
Per la realizzazione delle 7.153 opere previste dal piano nazionale di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico, è stato annunciato che saranno redatte nuove linee guida della progettazione, che dovranno impedire interventi di cementificazione e restringimento delle sponde fluviali, così come la copertura di fiumi e torrenti, causa di grandi alluvioni e gravi allagamenti. Al contrario, saranno possibili interventi strutturali, come casse di espansione o vasche di laminazione delle piene e canali scolmatori, oppure nuove opere, come i “contratti di fiume” per riqualificare e rinaturalizzare tratti fluviali, rese obbligatorie dal decreto Sblocca Italia. Rispetto a questo programma di redigere delle linee guida per la progettazione di tali opere, c’è il rischio di una battuta d’arresto, dovuta all’inattesa mancata conferma del Consiglio nazionale dei geologi, il cui presidente, Graziano, è stato fra i principali promotori e sostenitori di tale iniziativa. È auspicabile che ciò non arrivi a ostacolare le attività di progettazione ancora da svolgere, poiché è in arrivo un fondo di rotazione della progettazione da 100 milioni, per sostenere economicamente queste attività, le cui risorse disponibili saranno ciclicamente reintegrate con le somme recuperate nei quadri economici delle opere finanziate e realizzate.
* Associato di Geologia all’Università “La Sapienza” di Roma

DIDASCALIA

Corigliano Calabro (Cs) – Automobili trascinate in mare dalla violenta alluvione dell’agosto 2015

Articoli Correlati