Unità locate a canone concordato: ecco i vantaggi

 

La manovra di bilancio 2016 introduce un ulteriore incentivo a stipulare contratti di locazione a canone concordato, prevedendo un risparmio Imu/Tasi per il possessore. In particolare dispone la riduzione al 75% (quindi il risparmio del 25%) per gli immobili locati a canone concordato di cui alla legge 9 dicembre1998 n.431. Il sistema del canone concordato prevede una locazione di durata minima di 5 anni (3 anni più 2 di rinnovo automatico). In casi particolari, previsti dalla legge, anche solo 3 anni. Il canone massimo è stabilito dai sindacati dei proprietari e degli inquilini locali, in appositi accordi territoriali che vanno rinnovati periodicamente. La Legge di Stabilità 2016, quindi, agevola tutti i proprietari che ricorrono al canone concordato, contratto di affitto previsto però solo per le abitazioni situate in Comuni ad alta densità abitativa e in quelli individuati nelle delibere del Cipe, secondo quanto previsto dagli accordi locali tra le sigle della proprietà edilizia e quelle degli inquilini, per un corrispettivo per la locazione che varia all’interno di limiti minimi e massimi individuati nell’accordo in questione (inferiori a quelli previsti nel libero mercato).

Indicativamente sono tre le tipologie di contratti di locazione agevolabili: a) i contratti agevolati, della durata di 3 anni più 2 di rinnovo; b) i contratti per studenti universitari, di durata da 6 mesi a 3 anni; c) i contratti transitori (di durata da 1 a 18 mesi), se stipulati nei Comuni nei quali il canone deve essere stabilito dalle parti applicando gli Accordi territoriali (aree metropolitane di Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Torino, Bari, Palermo, Catania; Comuni confinanti con tali aree; altri Comuni capoluogo di provincia).

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