Torino: da grigia a verde grazie anche alla collaborazione fra pubblico e privato

Torino, complice lo smog degli ultimi mesi, non è ancora riuscita a superare del tutto lo stereotipo di “città grigia”, ma un dato è incontestabile: la superficie verde in città, dagli anni ‘70 a oggi è passata da 4 a 21 milioni di metri quadrati. Lo ha ricordato l’assessore all’Ambiente e Innovazione, Enzo Lavolta, nel seminario sul verde urbano organizzato nei giorni scorsi dall’associazione Laqup alla Casa dell’Ambiente del capoluogo piemontese. Ora — scrive La Stampa — a migliorare ulteriormente la situazione potrebbe contribuire una nuova delibera comunale, divenuta esecutiva il 25 gennaio, che disciplina la collaborazione tra cittadini e pubblica amministrazione “per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni urbani”, garantendo ai contribuenti di buona volontà e alle imprese che si impegnino a mantenere e migliorare i “beni comuni” (senza scopo di lucro) esenzioni e agevolazioni su canoni e tributi locali. E offrendo loro, nei limiti delle risorse disponibili, il comodato d’uso gratuito sulle attrezzature e i materiali di consumo necessari per lo svolgimento delle attività. Tra i beni “materiali, immateriali” e anche “digitali” (novità) oggetto di possibile intervento — scrive ancora il quotidiano torinese — figurano ovviamente tutte le aree verdi, dai giardinetti alle rotatorie, spazi spesso abbandonati o degradati, che potrebbero invece contribuire a migliorare la qualità ambientale, sociale, estetica e di salute dei quartieri cittadini. Per cogliere al balzo e divulgare questa nuova opportunità l’associazione Laqup (acronimo di Laboratorio Ambiente Qualità Urbana e Partecipazione) ha voluto presentare, venerdì 22 gennaio, all’Ecofoyer di corso Moncalieri, una dozzina di buone pratiche italiane (da Parma a Roma e Torino), che negli ultimi due anni hanno di fatto già messo in pratica questa virtuosa collaborazione pubblico-privato per creare orti urbani (come l’esempio pluripremiato di Orti Alti dell’architetto Elena Carmagnani), aree ricreative e oasi di biodiversità.

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