Il Censis fotografa la crescita delle mega-city

L’Italia è un Paese molto urbanizzato, policentrico e ad elevata frammentazione amministrativa. Sul totale di 8.047 Comuni appena due (Roma e Milano) sono sopra al milione di abitanti, 46 contano più di 100 mila abitanti e 5.627 hanno meno di 5 mila residenti. I processi di metropolizzazione hanno portato all’integrazione di diversi aggregati urbani, in realtà a vere e proprie regioni urbane o mega-city. In sostanza troviamo:  4 Regioni urbane (con le prime 3 città del Paese, e cioè Roma, Milano e Napoli, e le quattro città venete, come Venezia, Padova, Treviso, Vicenza) con 900 Comuni e una popolazione complessiva di oltre 17 milioni di abitanti; 7 Regioni medie dove si trovano Torino, Genova, Bologna, Firenze, Bari con 260 Comuni e una popolazione complessiva di 9 milioni di abitanti; 7 piccole Regioni urbane con Verona, Palermo, Catania e 180 Comuni per quasi 5 milioni di abitanti. C’è quindi un’armatura urbana di livello superiore che raccoglie poco più di 30 milioni di abitanti, la metà della popolazione italiana.

La caratteristica — osserva l’ultimo rapporto del Censis — è che le mega-city del Centro-Nord sono generatrici di sviluppo e innovazione e costituiranno ambiti geografici fortemente attrattivi. Le Regioni urbane del Mezzogiorno sono in sostanziale stagnazione ad eccezione di Catania e le aree napoletana e barese che vedranno diminuire la popolazione. Le ex piccole capitali, in passato protagoniste dello sviluppo produttivo, faticano a riposizionarsi in uno scenario globalizzato. Il tutto si ripercuote sull’accesso ai servizi: abitazioni, trasporti, sanità.

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