Nella capitale imprese edili chiuse ma opere incompiute

Le contraddizioni della crisi delle costruzioni sono evidenziate dai dati della Cassa edili relativi al 2015. Quattro mila 133 imprese chiuse (di cui 2.233 nel Lazio), persi a Roma dal 2008 circa 30 mila posti di lavoro (da 64 mila a 33.266), quasi 30 milioni di ore lavorate in meno dal 2008 ma tante opere da completare. Sia gli imprenditori che i sindacalisti chiedono una inversione di tendenza e non servono promesse o annunci. Occorrono investimenti. In questa fase di difficoltà del privato, con la crisi legata alla vendita degli immobili e alle banche che hanno chiuso i rubinetti concedendo meno mutui, la soluzione dovrebbe venire dal pubblico. Ad essere realisti le opere per il Giubileo straordinario sono state di poco effetto. Quelle per l’eventuale assegnazione a Roma delle Olimpiadi 2024 sono da programmare. Il settore è immobilizzato mentre è noto che le costruzioni possono fornire un vasto indotto: strade, scuole, riqualificazione delle periferie. La ricetta per ripartire, secondo il nuovo segretario dei lavoratori edili della Cisl Fabio Turco, è quella di calendarizzare i lavori nei cantieri aperti.

A Roma ci sono situazioni strategiche da completare: la linea C della metro, il prolungamento della B1 a Casal Monastero, la linea ferroviaria Roma-Lido, la stazione di Vigna Clara, il porto commerciale di Fiumicino e di Civitavecchia, il polo natatorio a Valco San Paolo, l’adeguamento della via Appia ad Ariccia e il potenziamento della Roma-Campoleone-Nettuno. Il cantiere trasversale per la superstrada Civitavecchia-Orte di cui si parla dal 1973, l’ampliamento della Cassia da Monterosi a Viterbo, la revisione della ferrovia Roma-Viterbo (con l’oscenità di circa 2 ore per un percorso di poco più di 80km) l’ammodernamento della via Salaria. Un nodo cruciale da sistemare è quello del collegamento stradale tra Latina e Frosinone. Sono nove i cantieri aperti dall’interporto allo stadio Casaleno, dall’ospedale di Ceccano al Palasport di Fiuggi. Ma anche la piscina olimpica a Frosinone e il teatro di Pontecorvo.

Per ripartire dalle opere incompiute occorre anche eliminare il criterio del massimo ribasso e introdurre quello di congruità. Quando gli appalti vengono vinti da ditte che offrono i prezzi più bassi vuole dire che si prevede materiale scadente (diverso da quello del capitolato) o si fa poca attenzione alla sicurezza nei cantieri, con operai non in regola spesso stranieri che accettano paghe inferiori a quelle sindacali. Con danno alla salute (gli operai morti nei cantieri del Lazio dal 2003 sono stati 186, di cui 110 solo a Roma e provincia) e alla qualità delle lavorazioni.

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