6 italiani su 10 vedono con fastidio chi abita alla porta accanto

Altro che rapporti di buon vicinato: nell’epoca dei social il condominio è il regno della diffidenza e del distacco, dove a malapena si conosce il nome dei vicini e si evita addirittura di salutarli. E’ quanto emerge da un’indagine online su 1.800 italiani, secondo cui sono almeno 6 su 10 (61%) a vedere con fastidio chi abita alla porta accanto. Lo studio, legato a un esperimento sociale chiamato ‘The Nextdoor Hello’, è stato promosso da Nescafé e ha tracciato un identikit della diffidenza tra vicini di casa: “Il motivo principale sta nella frenesia della routine quotidiana (73%), che impedisce di approfondire qualsiasi rapporto che non riguardi la famiglia, gli amici o il lavoro. Si ha poco tempo per la socializzazione (68%), scoraggiata ancor più dall’aumentata percezione di micro-criminalità e terrorismo data dai media (39%).

Quasi un italiano su 2 (49%) teme di essere ignorato dal vicino, il 32% ha paura di essere invadente e il 29% è troppo timido. Quando il contatto è inevitabile, come fanno gli italiani a divincolarsi? Otto su dieci, secondo l’indagine, “fanno proprio finta di niente (79%), abbassando lo sguardo o fingendo di scrivere un sms. Segue la frase ‘Scusa ma sono di fretta’ (68%), seguita da ‘Sono in ritardo’ (64%). Il 45% addirittura evita di utilizzare l’ascensore se già occupato da altri vicini, mentre il 39% si assicura che sulle scale non ci sia nessuno quando esce”. L’inquilino asociale è soprattutto uomo, tra i 31 e i 50 anni (71%), che abita in una grande città del Nord come Milano, Torino, Venezia e Bologna. Tra le categorie più asociali ci sono i manager, i liberi professionisti, gli avvocati, i banchieri e gli impiegati. “Per abbattere questi muri – conclude Marco Costa, del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna – basta creare attività comuni come pulizia dei luoghi condivisi o feste di condominio. Piccoli gesti come l’offrire un caffè o del cibo permettono d’incontrare gli altri senza la preoccupazione di dover interagire in modo personale, mitigando l’ansia di un contatto”.

portiercassa  PORTIERCASSA RIMBORSA LA MALATTIA DEL PORTIERE E OFFRE:

  • Rimborso Spese Mediche
  • Contributo per Coniuge e/o Figlio diversamente abile
  • Contributo Iscrizione1° Anno Università
  • Contributo Conseguimento Diploma Scuola Media Superiore
  • Contributo decesso del portiere
  • Contributo Nascita Figlio

Articoli Correlati