Roma, scoppia il bubbone dei Piani di Zona: sequestrati 37 immobili

Non solo Affittopoli a Roma e bilanci sull’orlo del collasso all’Ater. La Procura ha aperto una quindicina di inchieste sui Piani di Zona che hanno portato il gip Costantino De Robbio a firmare un decreto riguardante la società Dicos e altre 13 imprese con l’accusa che per anni riscuotevano canoni illegittimi per erronea applicazione delle normative in materia. In concreto i costruttori intascavano i contributi pubblici ma non li utilizzavano, come prescrive la legge, per abbassare gli affitti. Circa 112 aree edificate negli ultimi 20 anni conterrebbero opere di urbanizzazione nel migliore dei casi incomplete, ignorando persino le sentenze emesse dal Tar. Per gli alloggi di edilizia residenziale edificati in alcuni quartieri periferici  è prevista una convenzione pubblica in base la quale è erogato un contributo comunale e regionale per tenere bassi i prezzi di affitto e di cessione degli immobili. Per i piani di Selva Candida e Spinaceto gli affitti erano maggiorati di 100 euro al mese e le vendite fino a 30 mila euro in più. Oltre al danno per gli inquilini si è concretizzato quello tra gli 80 e i 100 mila euro per il Campidoglio. Per gli inquirenti si tratta di nuovi quartieri edificati e gestiti spesso senza regole e controllo a danno di migliaia di famiglie. I primi contratti irregolari risalgono al 2008; al Tiburtino una ventina di appartamenti sarebbero stati venduti a prezzi superiori a quelli di mercato. A via Ponderano la Guardia di Finanza ha sequestrato una parte delle 111 unità abitative.

Al di là delle questioni penali il vero problema è quello della mancanza dei Piani di Zona per le opere di urbanizzazione mai realizzate. Una mappatura completa non esiste da parte dell’Ater, fortemente indebitata e alle prese con una enorme mole di debiti pregressi con il Comune (Ici e Imu non pagati per anni) con pignoramento dei conti correnti per 7 milioni da parte di Equitalia e invio di una ingiunzione per altri 300 milioni. Se si applicassero 5 mila euro di multa per ogni contratto irregolare si arriverebbe ad un recupero di circa mille miliardi. Nei primi tre mesi dell’anno sono arrivate alla magistratura di piazzale Clodio migliaia di denunce, tanto che il procuratore capo Giuseppe Pignatone ha affidato il coordinamento delle inchiesta su questa materia al pm Francesco Dall’Olio che ha fatto sequestrare in via preventiva 37 immobili per complessive 111 unità tra appartamenti, cantine e posti auto.

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