Mutui: la scelta più facile ma il linguaggio resta troppo tecnico

Rata non superiore a un terzo del reddito mensile e valutazione dell’offerta che contempli la totalità dei costi da sostenere nel tempo. E se la scelta di un tasso fisso sembra non far sorgere dubbi quando il bisogno è di più lungo termine, l’opzione variabile potrebbe andare incontro a chi, nel breve periodo, necessita di liquidità. Analizzando il mercato dei mutui odierno — scrive Italia Oggi — i dubbi da parte di coloro che si trovano a sottoscrivere un contratto di finanziamento risiedono per lo più in un linguaggio troppo tecnico e in una disciplina spesso poco esplicativa. L’apertura dell’informazione generalista a tutti i livelli, inoltre, ha portato con sé l’assenza di una targetizzazione del lettore, ovvero un minor controllo sui contenuti pubblicati. E così, se gli effetti di una diminuzione dei tassi di interesse a livello di Eurozona possono essere chiari agli addetti ai lavori nel settore finanziario, meno lo sono per il grosso della clientela retail, che si trova a sottoscrivere un’offerta. Discorso analogo in materia di regolamentazione, ove le nuove misure prese a livello nazionale e relative al settore creditizio (complici anche notizie tendenziose) hanno avuto come diretta conseguenza la perdita di fiducia da parte della domanda.

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