Trasferimenti dallo Stato: Palermo batte Roma

Roma è la città che dipende maggiormente dai trasferimenti dello Stato? No, perché in testa a questa speciale classifica c’è Palermo. Ma la Capitale d’Italia — scrive Il Tempo — è al secondo posto, con ampio distacco rispetto a Catania. I passati sindaci della Città Eterna hanno trascorso gran parte del loro mandato a lamentarsi degli scarsi contributi che arrivavano dal governo centrale. Invece, citando dati aggiornati al 2014, il sito di statistiche OpenPolis ci informa che ben il 14,19% delle entrate correnti di Roma Capitale derivano da trasferimenti statali. Decadono così, d’un colpo, gli alibi sventolati continuamente da Ignazio Marino che, sempre secondo OpenPolis.it, nel bilancio consuntivo del 2014 ha visto crescere i «contributi e trasferimenti pubblici» del 49,36% non rispetto all’anno precedente, ma addirittura rispetto a quanto preventivato nel bilancio preventivo redatto ad inizio 2014. Si dirà: il giusto ruolo per la Capitale d’Italia. In fondo, Roma deve sostenere delle spese di «rappresentanza» per tutto il Paese, come essere la sede dei ministeri, trovarsi manifestazioni e scioperi quasi tutti i giorni, veder confluire flussi migratori e organizzare grandi eventi. Ma tutto questo — si chiede Il Tempo — giustifica le lamentele degli amministratori? Forse non del tutto. «Negli ultimi anni di Veltroni – si legge nel dossier OpenPolis – la pressione fiscale complessiva nel Comune di Roma è scesa, seguendo l’andamento rilevato nelle altre città sopra i 500mila abitanti. In quel periodo i romani hanno pagato in media 602,88 euro all’anno, il 5,45% in più rispetto alle altre grandi città. Con Alemanno le entrate fiscali inizialmente si sono ridotte, in conseguenza dell’abolizione dell’Ici. La reintroduzione dell’Imu ha portato al picco del 2012. In media i cittadini romani hanno versato al Comune 568,66 euro l’anno (1,3% in più rispetto al gruppo di riferimento). Con Marino la pressione tributaria media annua è salita a 821 euro annui, in coerenza con l’andamento delle altre grandi città (+ 1,67%)».

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