Liguria, correttivi al Piano casa

Si potrebbe chiamare Piano casa atto II, perché il filo rosso è lo stesso della contestata legge approvata a dicembre: semplificare, snellire, sbloccare. Questa volta, però — scrive Il Secolo XIX — la Giunta regionale della Liguria cambia il metodo. Perchè non si tratta del rinnovo – da capo a piedi – e l’ampliamento dei confini di un singolo strumento, ma di una serie di correttivi, che i promotori sperano chirurgici, su un nucleo di leggi approvate fin dal ‘97. Per correggere quelli che negli anni si sono rivelati limiti gravi, capaci di complicare – inutilmente – la vita a cittadini, imprenditori e agli amministratori pubblici. Il succo del provvedimento, a dispetto del legame filosofico con il Piano casa, è nella sostanza privo di elementi “tirati” come quelli contenuti nella legge su ristrutturazioni, demolizioni e ampliamenti approvata a fine 2015. Nessuna costruzione nei parchi naturali e niente bonus in metri cubi per chi interviene, per fare due esempi. Uno dei ritocchi più significativi è quello alla legge urbanistica di quasi 20 anni fa e prevede che Comuni con Piani regolatori più vecchi di 10 anni (sembrerà strano ma sono la maggioranza) possano sbloccare progetti, di pubblico interesse, fermi da tempo perché “appesi” all’aggiornamento mai avvenuto del Puc.

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