Sindaci e tecnici nel mirino della magistratura

L’attenzione adesso si concentra sui sindaci e sui tecnici, i soggetti che hanno commissionato, diretto e collaudato i lavori realizzati con i fondi post terremoto e destinati alla messa in sicurezza di edifici pubblici e privati e crollati dopo scosse del 24 agosto, secondo quanto scrive Il Messaggero. La Procura di Giuseppe Saieva ha già acquisito molti fascicoli, il sospetto è che le opere realizzate siano consistite in semplici ristrutturazioni, in alcuni casi presentate al genio civile come consolidamento antisismico. Del resto, se da un lato un’ordinanza della Protezione civile prescriveva nel dettaglio i calcoli da rispettare, dall’altro faceva riferimento a “semplici riparazioni con miglioramenti sismici”. Nell’inchiesta rientrano anche i fondi destinati ai privati, perché, dopo il terremoto in Umbria del ‘98, la Provincia di Rieti, attraverso il commissario straordinario Fabio Melilli, aveva stanziato 21 milioni e 778mila euro, destinati ai residenti. Bisognerà stabilire se e come siano stati spesi quei soldi. Di fatto, ad Accomuli e Amatrice, i Comuni più colpiti, il denaro è stato destinato a pochissimi: 14 privati in tutto. Adesso — conclude Il Messaggero — sarà la mappatura degli edifici a verificare se siano tra quelli crollati.

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