Quando la terra trema

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Sul nuovo numero della rivista della FEDERPROPRIETA’ “La Proprietà Edilizia”, di cui pubblichiamo la copertina, è stato seguito con particolare attenzione il terremoto del 24 agosto che ha provocato 295 morti.

Ancora una volta siamo costretti a piangere i morti, i troppi morti per un terremoto che ha sbriciolato le case come fossero grissini, che ha colpito di notte mentre le persone dormivano e si sono trovate soffocate da macerie e detriti. Il lutto ed il pianto sono la risposta più naturale nel momento dell’emozione e dei sentimenti ma, immediatamente dopo, subentra la rabbia, soprattutto se si pesa alle tante, troppe promesse fatte a caldo, sull’onda delle immagini legate alla tragedia e poi clamorosamente smentite dai fatti.

Negli ultimi 50 anni, nel nostro Paese, sono stati spesi 153 miliardi di euro per opere di ricostruzioni legate a sismi e calamità naturali. Negli ultimi 7 anni sono stati investiti soltanto poco più di 90 milioni di euro per opere di prevenzione. La sproporzione è evidente. Ma la stranezza è che il governo Renzi, a tutt’oggi, abbia deciso di investire per le prime necessità legate al terremoto del 24 agosto solo 50 milioni di euro. Mentre tutti sanno che occorrono circa due miliardi per la ricostruzione in loco e oltre 20 miliardi per le esigenze di bilancio. Siamo, come al solito, alla retorica? Speriamo di no. Il dott. Giuseppe Saieva, procuratore capo di Rieti, ha infatti dichiarato: “No, quanto accaduto non può essere considerato solo frutto della fatalità. Le faglie hanno compiuto tragicamente il loro lavoro e questo si chiama destino, ma se gli edifici fossero stati costruiti come in Giappone non sarebbero certamente crollati. Se emergeranno responsabilità ed omissioni saranno perseguite e chi ha sbagliato pagherà. Devo pensare che, come minimo, si è costruito al risparmio usando più sabbia che cemento”. E’ proprio per questo che c’è un’indagine in corso e si parla ufficialmente di disastro ed omicidio colposo.

Come FEDERPROPRIETA’ abbiamo più volte evidenziato la necessità di prevenire le catastrofi naturali e non subirne passivamente gli effetti. Abbiamo ripetutamente proposto l’obbligatorietà di una certificazione sullo stato di salute dei fabbricati e sul rispetto e l’applicazione delle leggi approvate. La necessità di un fondo per la sicurezza e l’efficienza energetica degli edifici nonché l’istituzione di un’assicurazione obbligatoria che solleverebbe lo Stato dalle spese di ricostruzione è stata oggetto di specifica proposta di legge nella passata legislatura (ripresentata, nella presente giace in Commissione al Senato, mentre sarebbe opportuno portarla in Aula per l’approvazione); questo provvedimento consentirebbe di dimezzare i costi ed i tempi della ricostruzione. A tal proposito tra le scelte prioritarie riteniamo opportuno ribadire l’esigenza di interventi antisisma per ospedali, edifici pubblici soprattutto nella fascia dove si registrano da lungo tempo i terremoti.

Confedilizia si è sempre schierata contro queste proposte. Forse, ora, sarebbe, nell’interesse dei proprietari di abitazioni, il caso che rivedesse tali stantie posizioni. Perplessità sulle dichiarazioni dell’ABI che parla di non far più pagare i mutui per le case dei Paesi colpiti, dal canto suo il governo assicura che i terremotati non dovranno più versare un euro per acqua, luce e gas (si parla in realtà in cui il 90% delle abitazioni sono rimaste distrutte dal sisma). Renzi si è impegnato nel progetto che si chiamerà “Casa Italia” e sarà prima di tutto “un cantiere culturale”.

Ci auguriamo che le aperture di credito, che il governo ha ottenuto nel mondo della politica e da FEDERPROPRIETA’, le sappia tradurre in pratica svincolandole da interesse di parte. Dove la terra trema ci vuole ben altro.

FEDERPROPRIETA’

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