Crollo di palazzi e Fascicolo di Fabbricato

Una benedetta insonnia ha salvato gli abitanti di via della Farnesina a Roma. Un inquilino ha dato l’allarme in piena notte  e tutti sono fuggiti. Il palazzo è poi crollato per la presenza di due grosse crepe che si allargavano a vista d’occhio. A gennaio 2016 erano crollati due piani alti di un palazzone di lungotevere Flaminio. Errori, perizie non adeguate, manutenzione carente, infiltrazioni nel sottosuolo, carente integrità delle condotte d’acqua transitanti tra le palazzine. Edifici evacuati, oltre 110 persone fuori dagli appartamenti. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per valutare le responsabilità e il tipo d’intervento dei periti chiamati dagli inquilini. L’amministrazione comunale corre ai ripari e la sindaca Virgilia Raggi, che si è recata due volte sul posto, ha osservato: “C’è la consapevolezza che, se il Fascicolo del Fabbricato fosse obbligatorio, se si fossero avviati seri censimenti sullo stato degli edifici, se si facesse attività preventiva e messa in sicurezza per il rischio idrogeologico, alcuni di tali eventi sarebbero evitabili”. L’interesse, dopo la tragedia sfiorata, è di avviare un programma di larga scala di carotaggi per analizzare la stratigrafia del sottosuolo e fare una stima del rischio della zona di ponte Milvio. Poi si potrebbe proseguire nei quartieri distribuiti lungo la anse del Tevere. Le zone più a rischio sono Appia Antica, Cinecittà, Caffarella, Montagnola, Tuscolano, Quadrato, Prenestina. Ci sono cunicoli, necropoli e cave di tufo ovunque.

Il suolo di Roma è fragile. Sorge su una rete complessa di cavità sotterranee, molte sconosciute, prodotte in duemila anni di storia, comprese le catacombe. Dal 2012 al 2015 ci sono state in media più di 100 voragini, crolli sotterranei dovuti a lavori dell’uomo e anche a infiltrazioni d’acqua. Gran parte sono su strada (buche) ma anche sotto i palazzi. Furono i lavori di ristrutturazione al quinto piano a causare il cedimenti degli ultimi due piani del palazzo di lungotevere Flaminio, in cui non è tornata la normalità, con 4 persone indagate dalla Procura. Nel 1998 in via di Vigna Jacobini al Portuense 5 piani si schiantarono a terra come cartapesta. Secondo uno dei sopravvissuti, Funaselli, che ha costituito un’associazione sulla sicurezza degli immobili, a Roma ci sarebbero oltre 500 palazzi a rischio grave. Secondo gli esperti, il 60% degli immobili romani è stato costruito prima degli anni Ottanta e quindi non rispetta le attuali norma sulla sicurezza sismica e idrogeologica. Per l’Istituto di geofisica il pericolo aumenta per le costruzioni realizzate vicino ai corsi d’acqua. Mancano la mappatura e il monitoraggio degli immobili a rischio. Non esiste il Fascicolo del Fabbricato che invece potrebbe servire a ricostruire la successione di tutti gli interventi che sono stati realizzati all’interno dello stabile dalla sua costruzione. C’era in realtà una delibera del Comune di Roma del 1999 ma venne annullata dal Tar e dal Consiglio di Stato. Così nessuno conosce lo stato di salute degli immobili della capitale.

Ma il problema riguarda tutto il territorio nazionale. Qualche esperto ha avanzato l’ipotesi che il terremoto di Amatrice abbia avuto qualche effetto anche nel sottosuolo della capitale e in particolare nella zona di ponte Milvio dove si sono create delle infiltrazioni d’acqua che hanno bucato le fondamenta dei palazzi. Senza contare che manca dal 2008 una pulitura completa dei fondali del Tevere. Ci sono troppi ritardi, osserva il presidente della Federproprietà Massimo Anderson, sul piano della sicurezza sismica, stradale e idrogeologica. Se si avviasse un programma pluriennale si risolverebbero anche alcuni problemi occupazionali. E se si passa dal settore privato a quello pubblico le infiltrazioni sulla manutenzione delle case popolari sono di stampo mafioso. L’Autorità anticorruzione ha inviato ai magistrati competenti un dossier sull’aggiudicazione dell’appaltone sulle manutenzioni ordinarie ed impiantistica delle case del Comune di Roma, la cui gara è del 2015, assessore al Patrimonio Luigi Nieri della Giunta Marino. Le anomalie segnalate anche all’ex commissario Tronca (tentativi di spartirsi l’appalto giocando sui ribassi) hanno riportato tutto a zero, con nuove graduatorie delle ditte nella speranza degli inquilini di veder finalmente iniziare i lavori. Mettere in sicurezza il patrimonio edilizio, non trascurando le scuole, dovrebbe costituire un dovere prioritario ma anche una opportunità di riavviare l’economia.

(Sergio Menicucci)

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