Le famiglie propense ad acquistare casa più per necessità che per investimento

Secondo una recente indagine di Nomisma — scrive Il Sole 24 Ore — la percentuale delle famiglie italiane propense a comperare casa è scesa dal 12,2% del 2012 all’attuale 8,8%, passando per un picco del 13% nel 2015. Sono quindi circa 2,2 milioni (quell’8,8%) le famiglie che vorrebbero acquistare casa: 839mila famiglie si stanno già muovendo (3,2%), mentre circa 1,4 milioni di famiglie esprimono un’intenzione di acquisto nel breve termine (5,6%). Secondo l’indagine di Nomisma sulle famiglie italiane e la finanza immobiliare, si conferma dunque la tendenza di una mutata concezione del “bene casa”. La domanda potenziale resta alta (pari a 2,3 milioni di famiglie), ma «rientra all’interno di un quadro di necessità familiare piuttosto che di investimento (per ben il 93,9% dei casi), nonostante le favorevoli condizioni di asset allocation (valori immobiliari congrui e bassi tassi di interesse)» recita il report. Al tempo stesso un cambio di mentalità in atto allontana progressivamente, soprattutto nelle giovani generazioni, il mito del mattone come bene rifugio, introducendo invece nuove concezioni di bene condiviso che viene poi declinato dal co-housing, dall’hosting e così via. L’indagine conferma comunque ancora una volta — conclude Il Sole 24 Ore — la forte dipendenza delle famiglie dal credito: il 33,3% delle famiglie che intende acquistare una casa prevede di ricorrere sicuramente al canale bancario (758mila famiglie), mentre il 41,7% ritiene probabile l’accensione di un mutuo (950mila famiglie). Sale anche la percentuale delle famiglie che potrebbero avere difficoltà a pagare il mutuo, anche se gli acquisti si concentrano sulla prima casa, quindi su una necessità.

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